Salvini torna sul voto delle Regionali in Puglia: «Incontrerò i miei per capire, ma basta candidati non all’altezza»

Non ci sta Matteo Salvini a passare per quello che ha perso le elezioni regionali del 20 e 21 settembre e soprattutto non ci sta a prendersi la responsabilità della sconfitta di Raffaele Fitto contro Michele Emiliano

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Non ci sta Matteo Salvini a passare per quello che ha perso le elezioni regionali del 20 e 21 settembre e soprattutto non ci sta a prendersi la responsabilità della sconfitta di Raffaele Fitto contro Michele Emiliano. Non insegue i rumors secondo i quali in tanti avrebbero esercitato il famoso voto disgiunto, crociando il simbolo della Lega e poi il nome del governatore uscente.

«Fino a ieri avevamo zero rappresentanti nel Consiglio Regionale della Puglia, da domani ne avremo 4 (tra questi anche il salentino Gianni De Blasi). Così come in Campania dove siamo passati da 0 a 6», va ripetendo come un mantra il Capitano a cui di certo non è sfuggito un risultato che lui per primo si sarebbe aspettato di ben altre proporzioni.

Un risultato che è passato dall’auspicato 7 a 0 al più realistico 3 a 3, senza contare la beffa della Val d’Aosta dove il candidato leghista, a causa della legge proporzionale, e sebbene il partito navighi intorno al 25%, rischia di essere messo in naftalina dall’accordo tra Pd e liste autonomiste. E la cosa porterebbe dritti dritti a una sconfitta per 4 a 3.

Ma torniamo alla Puglia. A chi fa notare al leader del carroccio il passaggio dal 25% delle Europee al 9,9% delle ultime regionali, lui subito si stizzisce ricordando che le mele si devono paragonare con le mele e non con le pere. Quindi se un paragone bisogna proprio farlo, è bene che il confronto avvenga con le precedenti regionali dove la Lega non esisteva. E poi giù come un fiume su quella che è la cosa che proprio non gli è scesa giù e che manda a dire a Fratelli d’Italia in maniera nemmeno troppo velata: «In Puglia e Campania (dove l’indicazione proveniva direttamente da Forza Italia, ndr) abbiamo scelto dei candidati che non hanno raccolto il bisogno di rinnovamento che veniva dalla società civile. Bisogna tenerne conto d’ora in poi. Per questo mi sto organizzando per le elezioni della prossima primavera dove si voterà in tutte le più importanti città italiane in mano alla Sinistra».

Un avvertimento, insomma, alla coalizione. Basta con personaggi della politica trapassata che non raccolgono consenso e via libera a scelte dalla cosiddetta società civile. Non sempre in passato questa è stata una scelta indovinata ma Salvini non vuole stare a sentire. E va avanti per la sua strada.



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