Estimi catastali, Consiglio di Stato accoglie il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. Le prime reazioni

Annullata la sentenza del Tar di Lecce che sospese l’iter di revisione degli estimi catastali. Accolto dal Consiglio di Stato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. La competenza a decidere sull’annullamento degli avvisi d’accertamento spetta solamente alla Commissione Tributaria

Annullata la sentenza del Tar di Lecce che sospese l’iter di revisione degli estimi catastali. Accolto dal Consiglio di Stato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. La competenza a decidere sull’annullamento degli avvisi d’accertamento spetta solamente alla Commissione Tributaria. Intanto iniziano ad arrivare i primi commenti di critica al Comune, circa il suo operato in questa vicenda.

Il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza del Tar di Lecce che riteneva illegittimo il riclassamento del 2010 avviato da Comune e Agenzia del Territorio. Viene così accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dell’Economia contro la precedente decisione che aveva sospeso tutto l’iter di revisione degli estimi catastali su buona parte del territorio comunale.

In sintesi, i giudici del Cds sostengono che ci sia stato un difetto di giurisdizione: già lo stesso Consiglio di Stato non possiede competenza a decidere su questo argomento, e di conseguenza neanche il Tar (sebbene in linea generale  le ragioni fossero corrette). Una valutazione che, dunque, spetta solamente alla Commissione Tributaria, la cui competenza venne estesa dall’articolo 74 della legge 2000. Sul caso in questione, adesso, dovrà esprimersi la Commissione Tributaria Regionale e, per l’ultimo grado, la Corte di Cassazione.

Migliaia di persone si opposero nei termini previsti e in attesa della discussione dei ricorsi che verrà effettuata in sede regionale, al momento non dovrebbero subire l’aumento di circa il 20%. Discorso diverso, invece, per i cittadini che non hanno presentato ricorso. Per loro, infatti, l’avviso di accertamento revisione del classamento diviene definitivo. Una vera e propria stangata che, unita alla crisi economica galoppante, proprio non ci voleva.

Sulla sentenza relativa agli estimi catastali è intervenuto l’ordine degli ingegneri. “Oltre il danno di una procedura non conforme alla legge, ora anche la beffa della disparità di trattamento per i cittadini leccesi- dichiara il presidente De Fabrizio- La recente sentenza del Consiglio di Stato, di fatto, ribalta la decisione assunta dai giudici del Tar Lecce e avalla l’intera operazione di riclassamento delle rendite catastali. Ma pone anche le basi di un’oggettiva discriminazione fiscale. Se la situazione dovesse rimanere tale e quale, infatti, verranno garantiti solo coloro che hanno presentato ricorso in Commissione tributaria. Quindi circa 6mila contribuenti leccesi. Gli altri cittadini dovranno fare i conti con gli aumenti della rendita catastale”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Carlo Salvemini, di Lecce Bene Comune: “La bomba degli estimi catastali, innescata nel 2010, che in una corsa contro il tempo si è tentato di disinnescare, è purtroppo ancora pericolosamente accesa. Il Consiglio di Stato ha accolto con una propria sentenza le ragioni dell’Agenzia del Territorio di Lecce che aveva impugnato la sentenza del Tar del luglio scorso. Ciò significa che molti nostri concittadini vedranno rivalutata la rendita catastale degli immobili di proprietà che rappresenta la base di calcolo di molte imposte, Tasi e Imu su tutte. Il Sindaco Perrone ha convocato una riunione tecnica al Comune per verificare con associazioni di categoria eventuali iniziative. Chi ha innescato la miccia chiede aiuto per capire come spegnerla”.

Per Salvemini non è diretta responsabilità dell’Agenzia del Territorio quanto accaduto: “Lecce Bene Comune s’è incaricata di rendere pubblici nel settembre del 2012 i contenuti delle due delibere dell’amministrazione Perrone del luglio e ottobre 2010 con le quali la Giunta Comunale incaricava l’Agenzia del Territorio di attivare il processo di revisione del classamento delle unità immobiliari private site nelle microzone comunali 1 e 2. E di attivarsi immediatamente per porre rimedio ad una decisione sbagliata e dannosa. Il 20 novembre 2012, infatti, venne discussa e presentata in Consiglio Comunale una mozione con la quale chiedevamo l’immediata revoca delle due delibere incriminate. E bocciata perché il Sindaco si espresse contro. Il merito di quella proposta venne cancellato per mero spirito di contrapposizione polemica. Ecco spiegato perché il danno procurato ai cittadini con questo pasticciaccio ha quindi esclusive ragioni politiche: voler applicare il riclassamento per rimediare a sciagurate politiche di bilancio passata; volersi rifiutare di tornare sui propri passi per non dare ragione alla minoranza”.



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