Facoltà di Agraria, Monteroni dice no al no del Senato Accademico

La decisione del Senato Accademico di dire no all’istituzione della Facoltà di Agraria presso l’Ateneo salentino, lascia perplesso il sindaco di Monteroni, cittadella universitaria per definizione. Per Guido con Agraria si sarebbe invertito il trend di Unisalento.

A Monteroni, infatti, la decisione del Senato Accademico dell’Università del Salento di bocciare l’istituzione della Facoltà di Agraria proprio non è andata giù. Del resto, sulla vocazione agricola del territorio non si dovrebbe discutere e nemmeno sulla necessità di porre in essere provvedimenti concreti contro quella famosa fuga dei cervelli dei giovani ricercatori, fuga contro la quale poi non si riesce a fare granchè.

Il Sindaco di Monteroni non le manda a dire e il suo messaggio sembra essere chiaro: « Dispiace e stride con l’interesse di crescita del territorio la fretta con cui il Senato Accademico ha liquidato la questione e sorprende soprattutto  la considerazione di non ritenere strategica l’istituzione di questo nuovo corso di laurea che tra l’altro poteva invertire il trend decrescente di iscrizioni registrato dall’Università del Salento sulla base degli ultimi dati.»

Sicuramente alla base della scelta del Senato c’è l’indisponibilità di risorse da destinare ad un progetto così importante, però è anche vero che il decremento di trasferimenti verso l’istituzione leccese sembra essere legato anche ad un’offerta formativa dell’Ateneo salentino che non viene premiata né a livello centrale né a livello periferico dai fruitori finali (certo, per dirla tutta, anche la crisi ha le sue gravissime responsabilità sul decremento delle iscrizioni e anzi dato peggiore di questo non ci può essere!) e di conseguenza investire sul futuro di una facoltà che registrerebbe il boom di iscrizioni forse sarebbe stata una scelta meno miope.

Fatto è che la Facolta di Agraria made in Salento va in soffitta, almeno per il momento, con buona pace di tutti i proclami della politica dell’estate scorsa.

«L’auspicio è che il “no” pronunciato dal massimo organo universitario – prosegue nella sua nota l’inquilino del Palazzo di Città – sia un monito al territorio, alle sue rappresentanze politico-istituzionali a tutti i livelli, alle sue rappresentanze imprenditoriali, alle associazioni sindacali e di categoria al fine di unirsi per raggiungere un risultato strategico per il futuro del Salento, in un’ottica di valorizzazione di settori di ricerca che connessi con le produzioni agroindustriali ed agrituristiche possono trovare nel nostro splendido territorio il terreno fertile per dare opportunità ai nostri giovani.»

Monteroni sul rapporto tra la propria comunità e l’Università leccese ha investito buona parte dei suoi propositi di sviluppo e quindi Guido non sembra deciso a rassegnarsi: «La nostra comunità, che ha da sempre devoluto parte del proprio sviluppo all’Università, difendendone l’insediamento con le unghie e con i denti,  oggi intende rendersi parte attiva nella realizzazione di  questo grande progetto in alternativa al quale sarebbero inaccettabili tagli tout court sugli investimenti previsti nel nostro territorio con una revisione esclusivamente al ribasso delle risorse spendibili per investimenti universitari a vantaggio di altre realtà.»

Anche perché secondo il responsabile della Giunta monteronese la collettività che amministra aveva ricevuto in Consiglio Comunale una promessa proprio dal Rettore zara, promessa che viene disattesa con il non alla Facoltà di Agraria: «Ricordo, altresì, – conclude il Sindaco – che a causa di alcuni tagli operati di recente dalla Regione Puglia sul piano di edilizia universitaria e in generale sui consistenti finanziamenti destinati all’Università del Salento dall’allora  Ministro Raffaele Fitto,  il Magnifico Rettore Vincenzo Zara , con una impostazione assolutamente condivisibile, durante un consiglio comunale aperto tenutosi nella nostra città, ha revisionato gli investimenti dell’Ateneo intendendo privilegiare la didattica rispetto ad un’edilizia di rappresentanza, eliminando la “torre faro della cultura” a vantaggio di strutture didattiche connesse all’avvio del nuovo corso di laurea».



In questo articolo: