Gasdotto. Vigili urbani di Melendugno fermano il colosso del gas. Per ora

Il Comune di Melendugno blocca i sondaggi a terra con un’ordinanza di sospensione dei lavori emessa dall’Ufficio tecnico. La multinazionale del gas adempirà all’ordine, ma certa della correttezza del proprio operato annuncia che impugnerà il provvedimento

Il comune di Melendugno non ci sta ad accettare che la battaglia per impedire che il gasdotto della multinazionale svizzera che dovrebbe portare il gas naturale dall'Azerbaijan in Europa, sia ormai persa. La sua bellissima marina, considerata da più parti l’approdo migliore per il metanodotto dal punto di vista tecnico-ambientale, non si tocca. Un concetto che è stato ribadito a chiare lettere nei comunicati stampa, urlato nelle piazze e nelle manifestazioni, messo nero su bianco negli incontri ufficiale e ufficiosi.
 
 «Volete il gasdotto? Bene! Fatelo, purché lontano da San Foca!», questa è la frase ripetuta fino allo sfinimento in questi mesi. Eppure, persino la ricerca “disperata” di un sito alternativo sembra, al momento, essere infruttuosa. Difficile riuscire ad immaginare che un Comune possa ‘accettare’ di ospitare il progetto senza incontrare la resistenza di chi considera quest’opera inutile a priori, che sia nella spiaggia di San Basilio o altrove.  Persino Mimmo Consales, il primo cittadino di Brindisi, vagliata come possibile «piano B», ha ribadito l’indisponibilità del suo comune.
 
Così in attesa di riuscire a sbrogliare la matassa in cui ogni giorno vengono intrecciati nuovi fili, lo “scontro” continua. Questa volta, il botta e risposta tra l’amministrazione salentina e la multinazionale del gas si è spostato sul piano burocratico
 
Nel mirino sono finiti i sondaggi geotecnici effettuati per conto di Tap lungo il percorso a terra, nelle campagne cioè in cui dovrebbe passare il gasdotto che trasporterà in Italia il carburante fossile estratto nei giacimenti del Mar Caspio. 
 
A bloccare i lavori, iniziati martedì ed eseguiti un po’ a singhiozzo, questa volta è un’ordinanza di sospensione delle indagini firmata dal dirigente dell'ufficio tecnico comunale e notificata dalla polizia municipale ai tecnici che si trovavano sul cantiere allestito nella zona denominata Masseria del Capitano, poco distante dal lido scelto per l'approdo.
 
Nuovo stop dunque. E Tap? La società, come si legge in una nota «adempirà all’ordine di sospensione dei lavori», ma… c’è il ma.
 
La multinazionale svizzera «certa della legittimità e correttezza del proprio operato e in particolare della possibilità di eseguire le indagini geotecniche in corso sulla base degli atti e delle autorizzazioni già ottenute, provvederà in tempi brevissimi ad impugnare il provvedimento nelle sedi giurisdizionali competenti».
 
Tutto ciò, proprio nel giorno in cui –come si legge nel comunicato stampa – è stato avviato il procedimento di Autorizzazione Unica. È insomma cominciata l’ultima tappa del percorso autorizzativo, la conferenza di servizi presso il Ministero dello Sviluppo economico che dovrà nei prossimi mesi licenziare il progetto dell’opera e rilasciare l’Autorizzazione Unica con la quale TAP conta di aprire i cantieri nei primi mesi del 2016.
 
«Un obiettivo – si legge – che grazie alla qualità del progetto e al convinto supporto del governo italiano e dell’Unione europea, TAP è sicura di poter centrare».
 
 



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