
La formazione della Giunta Comunale di Lecce (ecco i nomi degli assessori e le deleghe) comunicata in un’attesa conferenza stampa dal sindaco Adriana Poli Bortone lascia sul campo più di un malcontento. Succede sempre, direte voi, quando si deve passare dalle parole ai fatti e le scelte fanno i conti con i posti a disposizione e la famosa questione delle quote rosa.
Non si possono accontentare tutti, vero… Però la vittoria del centrodestra leccese ha una genesi tutta sua ed è normale che le aspettative di tanti fossero ben diverse. Più di un mugugno lo esprimono i tanti esponenti della vecchia guardia poliana che, nei mesi scorsi, hanno sostenuto l’ambizione della Senatrice di giocarsi le carte a primo cittadino di Lecce dopo che i rapporti nella coalizione si erano deteriorati per i pregressi mal di pancia che avevano portato a sconfitte su sconfitte.
La vecchia guardia (ex assessori ed ex consiglieri) delle passate amministrazioni a guida Poli Bortone avevano caldeggiato la campagna elettorale della loro sindaca, avevano preparato tappeti rossi e organizzato cene di incoraggiamento. Molti di loro, non premiati dall’elettorato, adesso ci sono rimasti male perché non tutto può riassumersi nell’equazione ‘piú preferenze = posto sicuro in Giunta’. Conterà pure la competenza, la militanza, il passato, il sostegno ad una candidatura che sembrava debole all’inizio e che poi è diventata vincente… Niente! Nulla da fare. Il passato rimane nel pantheon, largo agli eletti e pazienza se certe deleghe non sembrano essere vestiti cuciti su misura.
Qualche mugugno anche tra chi, per fare strada alla sindaca, aveva fatto il famoso passo di lato: Ugo Lisi – senza posto in Giunta – diventa un ‘consigliere particolare’ di Adriana Poli Bortone e Paolo Pagliaro ottiene un solo posto in Giunta con uno dei suoi uomini più attivi in questi anni. Nulla di più.
Fratelli d’Italia riceve due postazioni, ma il secondo in graduatoria, Andrea Pasquino, non ha il premio nell’esecutivo di città. Niente spazio a Simona Manca, niente spazio come presidente del Consiglio Comunale a Massimo Fragola per i melloniani. Niente spazio a Carlo Mignone che con il suo passaggio da sinistra a destra, numeri alla mano, è stato determinante per la vittoria. Lo scranno più alto del Consiglio Comunale andrà a Bernardo Monticelli Cuggiò, su questo Roberto Marti non ha voluto sentire storie.
Le partecipate daranno un leggero sospiro di sollievo agli accasandi, ma i musi lunghi di queste ore non si possono nascondere. Sarebbero serviti attori bravi, ma nella conferenza stampa di presentazione della Giunta non se ne sono visti.