
Il sindaco della città di Lecce, da quando è scoppiata la tempesta dell’inchiesta sulla presunta compravendita di voti e che vede pesanti capi d’accusa pendere sulla testa di due assessori e del vice presidente del Consiglio comunale, ha una brutta gatta da pelare. L’aria che si respira a palazzo è mesta e le attività di indagine effettuate dagli uomini delle Fiamme Gialle all’interno degli uffici comunali e di studi privati hanno lasciato un certo amaro in bocca.
Ora, il sindaco Perrone all’indomani della buriana ha alzato gli scudi a difesa dei propri uomini, ovvero l’assessore ai Tributi Attilio Monosi e l’assessore al Traffico, Luca Pasqualini, saliti sugli scranni del Consiglio proprio dopo le elezioni del 2012.
Ora qualcuno parla di “questione morale” e chiede al primo cittadino un gesto di trasparenza nella gestione dell’ente. Questo “qualcuno” sono i rappresentanti del Movimento 5 Stelle che a Lecce, come in Puglia – ma del resto in tutta Italia – stanno raccogliendo consensi non da poco proprio per la lotta alla trasparenza interna alle Pubbliche Amministrazioni, contro una politica fatta di “favori” o “accordi” poco chiari.
“Desta preoccupazione – scrivono i penta stellati – che gli assessori attualmente indagati con gravi capi di imputazione, siano tutt’ora al loro posto! Sarebbe invece auspicabile una chiara e severa presa di posizione del sindaco nei loro confronti. Troppa zone d’ombra intorno a questa amministrazione. Infatti, questa inchiesta si va ad aggiungere a quella riguardante il “patron” della SGM che è attualmente oggetto di indagini da parte della Procura”.
Senza mezzi termini, quindi, com’è nel loro stile, i grillini chiedono chiaramente a Perrone di mandar via gli assessori indagati. La richiesta vedrà risposta? Si attende.