
Comunali a Lecce. Quando si pensava che il centrodestra sarebbe potuto implodere nella corsa alla successione di Paolo Perrone, proprio per la sua incapacità di preparare la successione all’attuale sindaco ecco che il ‘tafazzismo’ del centrosinistra salva capra e cavoli agli avversari e apre una bella autostrada davanti agli attuali inquilini di Palazzo Carafa.
La vicenda di Alfredo Prete ha dell’incredibile: si è passati in una manciata di ore dall’annuncio della candidatura a primo cittadino del Presidente della Camera di Commercio all’affossamento di quella disponibilità per questioni tutte interne al centrosinistra.
Non è chiaro se si sia trattata di una sottovalutazione della dialettica interna al partito da parte di chi ha responsabilità in Via Tasso oppure di un tradimento degli eletti al segretario provinciale, mandato avanti lancia in resta e poi costretto a voltarsi indietro e rendersi conto di essere rimasto solo…
Fatto è che Alfredo Prete, capita l’antifona, si è tolto di mezzo, ha fatto tre passi indietro e ha dichiarato di non volerne sapere nulla della candidatura essendo rimasto dispiaciuto dal modo in cui è stata data in pasto la sua disponibilità e poi quasi ridicolizzata.
Oggi Salvatore Capone torna su quella vicenda e risponde a chi aveva attaccato i parlamentari eletti di aver disertato la riunione che sarebbe dovuta essere di incoronamento ufficiale di Alfredo Prete. E lo fa con una filippica nei confronti del segretario provinciale, quand’anche Piconese non venga mai nominato.
“La politica si fa nelle sedi deputate, non a colpi di titoli sugli organi di informazione. A maggior ragione se la posta in gioco è la candidatura unitaria del centro sinistra per la città capoluogo. Chi oggi accusa gli eletti di aver disertato la discussione sembra ignorare, in totale stato confusionale, che l’abc della politica – anche quello più elementare, diciamo il grado zero – presuppone comunque, se non una condivisione, un metodo di confronto e un percorso. Addolora profondamente che a farne le spese siano state e possano essere personalità autorevoli, perbene e rispettabili, preziose per questa città e per una proposta politica, insieme a un intero partito.’
Che qualcosa non fosse andata per il verso giusto nell’individuazione e nella presentazione della candidatura di Alfredo Prete era apparso evidente da subito. Oggi Capone lo dichiara apertamente: nessuno si è sentito coinvolto nella scelta del candidato a sindaco di Lecce.
‘So con assoluta certezza – scrive il parlamentare – di non essere stato, per quanto mi riguarda, assolutamente coinvolto in nessuno dei momenti topici di questa vicenda (a meno che non si intenda per coinvolgimento una telefonata da parte di un consigliere comunale) e di aver appreso esclusivamente dalla stampa quanto si andava svolgendo e con che esiti. E con altrettanta certezza che questa fase negativa, di cui apprendiamo sulla stampa quotidianamente sempre nuovi tasselli, è interamente in testa alla responsabilità delle funzioni e di chi, adesso, scarica su altri la responsabilità di aver condotto male e terminato peggio passaggi fondamentali e delicatissimi, come sa chiunque abbia un minimo di esperienza politica’.
Insomma nessun boicottaggio da parte degli eletti ma quella che viene definita dal parlamentare ‘una totale assenza di metodo e di strategia’.
Sarà difficile insomma, adesso, ritornare all’idea del tavolo di coalizione. Ma nemmeno le primarie sembrano essere più una passeggiata festosa. I rancori che si sono sedimentati in questi giorni sembrano scogli difficili da superare. Il centrodestra ha tutto il tempo di sfogliare la sua margherita.