Il Pd vira su Alfredo Prete come Sindaco di Lecce per il 2017. Tramonta la candidatura Sticchi Damiani

A sorpresa, nella serata di ieri, è spuntato il nome del Presidente della Camera di Commercio, come candidato unitario del centrosinistra. Nelle ultime ore si potrebbe andare verso l’ufficializzazione.

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La giornata di oggi, un po’ a sorpresa, potrebbe essere la giornata dell’annuncio del primo candidato a sindaco per le amministrative del capoluogo salentino che si terranno nel 2017 alla scadenza del mandato decennale di Paolo perrone.
 
In una riunione che si terrà oggi al Partito Democratico  il gruppo dirigente presenterà la candidatura di Alfredo Prete, noto imprenditore balneare e presidente della Camera di commercio da ben tre mandati.
 
La notizia diffusasi nella serata di ieri dopo il NO ufficiale di Sticchi Damiani all’invito del segretario Provinciale Salvatore Piconese di mettersi a capo di una coalizione di centrosinistra, ha colto di sorpresa un po’ tutti, in maniera particolare gli alleati del Pd che pensavano di poter partecipare di più nell’individuazione del candidato a Primo Cittadino di Lecce.
 
Ma obbiettivamente la candidatura è di peso e la Segreteria proseguire dritta come un rullo compressore.
 
Insomma a un presidente, quello del Lecce, succederebbe un altro presidente nella hit del centrosinistra, quello dell’ente di Viale Gallipoli.
 
La discussione all’interno del centrosinistra ha preso una forte accelerazione dopo le dichiarazioni del capogruppo al Comune di Lecce, Paolo Foresio, che aveva scelto di rompere gli indugi e di far saltare il cosiddetto tavolo istituzionale a favore di quelle primarie chieste da tempo dal Sergio Blasi.  “Basta tavoli istituzionali, facciamo le primarie e non ne parliamo più! Mi candido anch’io”, aveva detto Foresio, anche se, nella giornata di ieri il consigliere Pd di Palazzo Carafa aveva un po’ corretto il tiro dichiarandoso: “Come ho già detto più volte e ribadisco, le primarie  sono una strada obbligata, alle quali si può derogare solo se si riuscirà ad individuare, con la condivisione di tutte le forze politiche coinvolte, a partire dalle minoranze di Palazzo Carafa, una figura autorevole esterna alla politica”.  
 
Queste parole hanno fatto seguito a quelle espresse da Blasi che accusava la Segreteria Provinciale di fare melina e perdere tempo, in attesa del Referendum Costituzionale, prima di annunciare la candidatura – a suo dire – imposta, non condivisa e scontata di Dario Stefano.
 
La Segreteria in due giorni ha tirato fuori dal cilindro due candidature di peso: Quella di Saverio Sticchi Damiani, Presidente Onorario del Lecce e quella di Alfredo Prete.
 
Se l’idea è quella di sfondare al centro e di conquistare una fetta dell’elettorato del centrodestra, solo una candidatura proveniente dalla società civile potrebbe fare proseliti.
 
Il primo ha detto NO il secondo, invece, sembra voler accettare la proposta.
 
Adesso bisogna attendere le valutazioni interne ed esterne del partito di Via Tasso, valutazioni non sulla persona, largamente stimata in città, ma sulla sua capacità di contrasto ai big che farà scendere in pista il centrodestra.
 
Dall’altra parte dello schieramento il tavolo del PPE con Mazzei, Ruggeri e Mazzotta prova a costruire una candidatura alternativa e unitaria anche se il cuore di FI pulsa più per il centrodestra.
 
COR, Noi con Salvini, Fratelli d’Italia, Movimento Regione Salento e una fetta importante di Forza Italia, pensano a nome forte che unisca il centrodestra, ma quelli finora emersi sembrano essere più un’imposizione che una condivisione.
 
Congedo, Marti, Messuti, Monosi, Delli Noci sono pronti a fare il loro debutto come successori di Paolo Perrone. La partita è tutta da giocare.
 
Il Movimento Cinque Stelle, invece, ancora non ha indetto le “Comunarie”, anche se il consenso del partito viaggia su binari extra-localistici.



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