Il tribunale di Casarano non chiude, nuova pronuncia del TAR

La sentenza del TAR evita la chiusura del tribunale di Casarano, in merito prende la parola il deputato Pd, Salvatore Capone.

La sentenza del Tar conferma che sia necessario “contemperare ragioni della norma ed esigenze territoriali”. Il commento del deputato Pd, Salvatore Capone

“La sentenza del Tar che, in merito alla chiusura del Tribunale di Casarano, accoglie il punto di vista della Camera Forense, conferma le sollecitazioni che giungevano dal territorio e l’analisi di chi aveva sostenuto la necessità che il Sud Salento non restasse sguarnito della sede circoscrizionale. Ovviamente la legge di riorganizzazione dei servizi giudiziari era e resta necessaria, e così il relativo disegno di una nuova geografia, il che non impedisce di affermare la necessità di contemperare, come in questo caso, il dispositivo legislativo con la realtà delle cose”. Così Salvatore Capone, parlamentare pd del Salento, sulla sentenza del Tar diffusa oggi anche se, in ogni caso, sulla vicenda si era in parte già espresso nel settembre scorso con un parere di sospensiva sull’efficacia del decreto  contemporaneamente rilevando – ebbero modo di sottolineando i ricorrenti – alcuni profili di difetto di motivazione e di contraddittorietà nel provvedimento di chiusura.

“La stessa Ministro Cancellieri – prosegue Salvatore Capone – recentemente ha riconosciuto l’esistenza di criticità, come in Salento, nell’attuazione della legge. Ribadisco: la riforma non si discute, era necessaria e sacrosanta. Il che ovviamente non impedisce di rilevarne limiti e  carenze, probabilmente dovuti anche a una riorganizzazione forse un po’ troppo affrettata. Per tempo, come delegazione parlamentare, avevamo accolto le istanze di quanti sostenevano l’opportunità di una attentissima disamina del testo legislativo alla luce  delle concrete emergenze territoriali, nella necessità di comprendere puntualmente i passaggi attuativi, l’eventuale emergere di incongruenze, il rischio di lasciare sguarniti di presidi di legalità luoghi sensibili dal punto di vista dell’emergenza criminale. La legge ha come obiettivo prioritario il risparmio, l’efficienza e l’efficacia, non certo sguarnire territori o lasciare soli i cittadini. E la sentenza ci ricorda come sia necessario contemperare la norma con le corrette esigenze territoriali”.



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