La biblioteca provinciale chiude i battenti. Non ci sono gli operatori

I tagli alle Province, il sistema nebuloso di finanziamenti e competenze dopo la riforma Delrio hanno fatto sì che si siano verificate conseguenze gravi tra licenziamenti di personale e chiusura dei centri culturali della città gestiti da Palazzo dei Celestini.

La situazione dei dipendenti Axa è ben conosciuta. Il licenziamento è arrivato senza se e senza ma, con tutte le conseguenze del caso. Una di queste ha dello sconvolgente: il Convitto Palmieri, l’ex collegio che si apre all’ingresso nel centro storico arrivando dalla stazione ferroviaria rimane chiuso, sul portone un laconico avviso “I servizi saranno sospesi, per ogni informazione rivolgersi al Collegio Argento su viale Gallipoli”. Insomma, luci spente nella biblioteca provinciale Bernardini, nel museo “Sigismondo Castromediano”, nell’auditorium e nella chiesa di San Francesco della Scarpa. Del resto, senza personale come si può garantire l’apertura dei locali della cultura?
Un danno d’immagine, sicuramente. Un danno alla cultura.
 
E intanto ieri è arrivato l’appello di Simona Manca che, prima della riforma Delrio, ha rivestito il ruolo di assessore alla Cultura a Palazzo dei Celestini. “A Palazzo Adorno continuano le sfilate di candidati del centrosinistra alle elezioni regionali. Queste visite sarebbero quanto mai opportune ed auspicabili se servissero ad ottenere il loro impegno dinanzi al Governo e alla Regione (guidati dai loro partiti) per evitare le drammatiche vertenze di questi giorni delle società partecipate, di Axa e della Fondazione Ico. Al contrario, privi di qualsiasi senso di responsabilità istituzionale e onestà politica, raccontano ai lavoratori solo menzogne su una presunta disponibilità economica della Provincia”.
 
Abbiamo già dimostrato alla Regione, nei recenti incontri tecnici e politici, che la Provincia non ha i soldi per far fronte ai contratti e agli impegni presi quando la disponibilità c’era e non vi erano nubi all’orizzonte – prosegue la Manca – La situazione in cui versa la Provincia è stata determinata dalla politica del Governo Renzi concentrata sui tagli alle stesse, anziché ai veri centri di spreco”. E conclude “Tutti i candidati alle regionali sono dunque benvenuti a Palazzo Adorno, non certo per abbindolare i lavoratori con discorsi vaghi e avulsi da qualsiasi dato e documento, ma per impegnare i loro governi a trasferire alla Provincia le risorse necessarie a continuare ad operare nell’interesse dei cittadini e dei lavoratori”.

Certo, vanno bene i punti di vista eppure di chi siano siano le responsabilità, spegnere le luci sulla cultura non va bene, soprattutto in una città che di essa ha fatto il suo cavallo di battaglia, e non solo nella competizione europea 2019.



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