Sono tutti lì e non hanno intenzione di muoversi finché non avranno delle risposte concrete. I 29 dipendenti della società Axa hanno occupato la sala Giunta di Palazzo Adorno, dopo essere stati nelle scorse ore a Palazzo dei Celestini. Dopo le tensioni che si sono scatenate prima del consiglio provinciale di venerdì scorso, si inasprisce la grana legata alla società. Oggi è 16 marzo e, quindi, dalla giornata odierna dovrebbe diventare effettiva la lettera di licenziamento (inviata dieci giorni ai lavoratori dal dottore Merico, responsabile degli immobili della Provincia) rivolta ai lavoratori con la sospensione dei servizi di custodia, manutenzione, portineria e front office gestiti dalla società per conto della Provincia di Lecce in varie sedi provinciali tra cui il Convitto Palmieri, Palazzo dei Celestini, Museo Castromediano, Palazzo Adorno e Viale Marche.
I lavoratori, affiancati dalle sigle sindacali Cobas, Cgil, Uiltucs, chiedono una proroga ed esigono dei chiarimenti sui circa 2,5 milioni di euro di finanziamento che avrebbero dovuto consentire ad Axa di continuare a lavorare almeno per i prossimi quattro anni, così come previsto dal bando della gara vinta dalla società per la custodia e la gestione dei musei e delle sedi dell’ente. Il Presidente Gabellone, invece, recentemente ha dichiarato che la Provincia non ha i soldi nemmeno per coprire le spese fisse e che quindi è impensabile pensare di trovare anche un solo euro per prorogare i contratti ai dipendenti Axa. Poi, il “solito” rimpallo di responsabilità e la richiesta di rivolgersi alla Regione per avere dei chiarimenti.
I dipendenti non ci stanno e fanno sapere di essere disposti a restare a Palazzo Adorno ad oltranza e se è necessario anche di incatenarsi davanti al portone della sede della Provincia. Proprio in quella sede capeggiano le bandiere delle sigle sindacali ed alcuni striscioni significativi, indirizzati al Presidente Gabellone, che recitano così: “Axa, 29 famiglie senza lavoro. Grazie, Antonio Maria”; “Se non sai come fare le dimissioni devi fare”; “Il lavoro è un diritto non un’opzione è chiaro…Gabellone”. La situazione sembra essere di difficile risoluzione, soprattutto nell’immediato, ma, al di là dell’attribuire colpe ad uno o all’altro ente, a pagare sono sempre i lavoratori e le loro famiglie che non hanno altre fonti di sostentamento e vedono fortemente a rischio il loro futuro.
“Tra questi 29 lavoratori ci sono alcuni chiamati addirittura dalla Provincia con contratti stipulati regolarmente che hanno addirittura 25-30 anni di esperienza lavorativa con l’ente provinciale. Nel corso degli anni la Provincia decide di esternalizzare i lavori e di fare una gara d’appalto, vinta nel 2014 dalla società Axa”. Parte dal principio, per spiegare l’assurda situazione in cui si ritrovano i dipendenti Axa, il portavoce della società, Claudio Martella di Cobas che poi continua: “Gara d’appalto dovrebbe significare ch i fondi ci sono e si procede così ad affidare ad Axa il servizio. A fine dicembre, però, arriva la notizia da parte della Provincia per cui non si può arrivare a firmare il contratto perché non ci sono soldi a sufficienza per via di tagli previsti dalla Legge Delrio”.
Martella lancia un’accusa al presidente Gabellone: “Ora, alla luce di tutto ciò, la domanda che noi ci facciamo è: in presenza di una gara d’appalto vinta, è possibile che non ci sono più i soldi? Rimarremo qui finché non riceveremo risposte concrete e decideremo le nostre azioni man mano che si evolverà la situazione. Per adesso non c’è stata nessuna svolta, anzi. Il presidente Gabellone ci ha snobbato e ci ha addirittura detto, nonostante ci conosca da tempo, che se vogliamo avere un incontro con lui dobbiamo presentare una richiesta scritta. Siamo stati ricevuti dal Prefetto che ci ha detto che parlerà con Gabellone farà di tutto per cercare di porre rimedio a questa situazione”.