La differenziata ora parla in braille: kit informativi anche per non vedenti

Nuovi dispositivi di comunicazione in braille prodotti da Monteco S.r.l. per la raccolta differenziata. L’iniziativa è stata presentata questa mattina presso l’Open Space di Palazzo Carafa alla presenza dell’Assessore Guido.

Non solo un nuovo linguaggio. I dispositivi di comunicazione in braille, utilizzati dalle persone non vedenti, rappresentano soprattutto un arricchimento per il capoluogo salentino. Ed ecco che la raccolta differenziata aggiunge pure questi utilissimi strumenti informativi grazie all’iniziativa fortemente voluta da Monteco S.r.l. – ditta gestore del servizio urbano partito lo scorso 4 maggio nel capoluogo salentino – e Comune di Lecce. Un linguaggio attraverso cui le persone affette da cecità potranno da sole distinguere la categoria del rifiuto, contribuendo in maniera fattiva alla mission aziendale, ma anche cittadina.

«L’obiettivo – spiega durante la conferenza stampa di presentazione del progetto Sonia Dello Preite, responsabile della comunicazione di Monteco – è quello di coinvolgere soggetti anziani e diversamente abili attraverso il metodo on demand, mettendoli poi nelle migliori condizioni di poter attivamente compiere la raccolta differenziata in piena autonomia». «Un ottimo gioco di squadra – ha dichiarato Andrea Guido, Assessore comunale all’Ambiente – e grazie a Monteco si potrà dare a tutti, nessuno escluso, la possibilità di migliorare la nostra città».

Grande contributo, dunque, quello fornito dalla sezione leccese dell’Unione Italiana Ciechi e ipovedenti, presieduta da Antonio Maggiore, insieme al CIT, centro italiano Tiflotecnico, oggi rappresentato da Davide Di Dongiovanni. Ottima l’idea di produrre del materiale tanto in braille quanto di ideogramma a rilievo, ovvero brochure con calendario di raccolta e corretta differenziazione dei rifiuti, nonché etichette in plastica rigida per i contenitori domestici. In particolare, viene considerata l’esigenza speciale di ciechi e ipovedenti che, in presenza di totale o grave riduzione della capacità visiva, non sono in grado di leggere caratteri tipografici dell’altezza inferiore ai 4-5 millimetri.

Un sistema di scrittura grazie al quale vengono raffigurate le lettere dell’alfabeto, le lettere accennate, i numeri. Simboli matematici, punteggiatura e segni musicali. «Siamo convinti che grazie a tale servizio – dice proprio Antonio Maggiore – noi ciechi saremmo tra i cittadini più rispettosi delle regole. Spesso, farsi leggere non permette di comprendere appieno i dettagli. Ci definiscono risorsa e non peso. Beh, noi ci consideriamo una risorsa tanto quanto gli altri».