La riconversione è fallita. Iacobucci pone fine alle speranze dei lavoratori ex Bat

La riconversione industriale dell’ex Bat per la quale, poco più di un anno fa, il Mise certificava il pieno successo, ora viene certificata dallo stesso ente come pienamente fallita. Questo è quanto deciso questa mattina in un incontro che si è svolto a Roma.

Termina in maniera triste, ma come ormai tutti si aspettavano una vicenda di cui si parla da tanto, tantissimo tempo. Si è purtroppo celebrato, infatti, il rito finale di una morte annunciata. Dopo le aziende Hds e IpKorus, anche Iacubucci chiude la sua breve e precaria esistenza a Lecce. La riconversione industriale dell’ex Bat  per la quale, poco più di un anno fa, il Mise certificava il pieno successo, ora viene certificata dallo stesso Mise come pienamente fallita. Questo è quanto deciso questa mattina in un incontro che si è svolto a Roma nella sede del Ministero dello sviluppo economico per discutere della scottante riconversione dell’ex manifattura Tabacchi di Lecce.

A dare lo sconsolato annuncio sono stati il segretario generale della Cisl di Lecce, Antonio Nicolì e Maurizio Longo, il segretario generale della Federazione dei metalmeccanici Fim Cisl di Lecce,  in seguito all’incontro che si è svolto questa mattina a Roma. “Ora occorre – dichiarano Nicolì e Longo –  riavvolgere il nastro della vertenza, ripartire da un tavolo che chiami a responsabilità Bat ed elevi il ruolo del governo nella reindustrializzazione del territorio leccese e nella ricollocazione di tutti i lavoratori”.

Ad esprimersi con molto rammarico sull’annuncio arrivato poche ore fa, la sottosegretaria al Lavoro Teresa Bellanova che ha definito la comunicazione data oggi da Iacobucci molto grave perché mette in ginocchio un territorio e le sue famiglie. “Questo non è accettabile. Ho chiesto, e abbiamo convenuto con il Mise, la convocazione di un tavolo con tutti coloro che all’epoca hanno firmato l’accordo di riconversione: Bat, organizzazioni sindacali ed enti territoriali e le aziende che si candidarono al progetto di riconversione. E’ necessario tornare all’origine delle cose per capire se quelle tante risorse che Bat ha messo in campo non siano state una molla del fallimento del medesimo piano, perché, invece di essere utilizzate per riqualificare i lavoratori e offrire loro un futuro, hanno finito per alimentare l’ingordigia di quei soggetti imprenditoriali, i quali si sono dimostrati, evidentemente, inaffidabili”.

Teresa Bellanova, infine, vuole vederci chiaro: “Come ho avuto modo di rilevare in più di una occasione, è necessario far chiarezza sulle  motivazioni che hanno dato vita ad un piano di riconversione con soggetti che già segnalavano una forte debolezza industriale. Da parte mia, per le deleghe che ricopro, rinnovo la mia disponibilità, come ben sanno le organizzazioni sindacali e i lavoratori, a contribuire a risolvere quella che è stata una brutta pagina per l’economia e il lavoro del territorio salentino”.



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