Lavoratori Telecom in Prefettura, ‘E mo’ basta. Difenderemo la nostra dignità’

Si è svolto nella mattinata presso la Prefettura di Lecce di via XXV Luglio il sit-in di protesta dei lavoratori di Telecom Italia, sostenuti dalle organizzazioni sindacali Slc Cigl, Fistel Cisl e Uilcom Uil. Traffico bloccato in centro.

Fuori dalla Prefettura i lavoratori di Telecom Italia hanno rivendicato di volere un’azienda più efficiente e vicina al cliente, denunciando successivamente il "tentativo della dirigenza aziendale di far fallire miseramente la più grande azienda italiana di telecomunicazioni". Sono arrabbiati i lavoratori e non la mandano a dire.

E mo’ basta” è stato lo slogan lanciato dai lavoratori per manifestare il proprio dissenso rispetto alle decisioni dell’attuale dirigenza, scelte incomprese che lascerebbero presagire “manovre non chiare a scapito dei lavoratori”. “Siamo stanchi – dichiarano – di lavorare per pagare i debiti di Colaninno, di Tronchetti Provera e di pagare le multe ricevute dall’AGCOM per gli errori commessi dall'attuale dirigenza. Tutti gli sforzi di produttività e di efficienza dei lavoratori vengono depauperati dagli errori dell'amministratore delegato passando da un piano industriale che prevedeva 14 miliardi di investimenti sulle reti di nuova generazione e 4000 nuove assunzioni ad una dichiarazione di esuberi di migliaia di lavoratori in cui si mostra la miopia industriale della dirigenza aziendale”.

Inoltre, come si legge nel volantino di protesta, i dipendenti Telecom Italia lanciano una provocazione:“il solo e vero obiettivo di Flavio Cattaneo” – amministratore delegato dell’azienda di telecomunicazioni n.d.r.-è quello di “effettuare una operazione di speculazione finanziaria per riempire la loro cassaforte tagliando gli stipendi dei lavoratori per intascare un premio di 55 milioni di euro”. Parole dure e pesanti, motivate dall’esasperazione e dalla preoccupazione di perdere certezze.

Insomma, una situazione insostenibile per i lavoratori in quanto Telecom sembra non sia intenzionata a risolvere i problemi strutturali dell’azienda stessa, disinvestendo apparentemente sulla professionalità dei dipendenti con l'immediato futuro che non lascia affatto presagire un miglioramento della situazione.



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