La Camera ha approvato il disegno di legge fortemente voluto da Graziano Delrio, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio sull'abolizione delle Province. Addio anche a quella di Lecce. Benvenuta, invece, alla nuova città metropolitana di Bari
Questi i numeri alla Camera dei Deputati che hanno definitivamente sancito l’abolizione delle Province. Con 260 sì, 150 no e 7 astenuti il ddl Delrio è legge. Contro la riforma Fi, M5S, Lega Nord, Sel e Fdi. Il fatidico giorno è arrivato. Da oggi le Province non esistono più, almeno come enti di rappresentanza primaria, cioè gestiti da amministratori eletti direttamente dai cittadini. Matteo Renzi è stato di parola ed ha tagliato il traguardo nei tempi previsti, suscitando però il malumore sia dei diretti interessati (Presidenti, Assessori e Consiglieri provinciali) che di tanta gente convinta che gli sprechi della politica non si annidino nell’ente penalizzato bensì tra i banchi di coloro che hanno scelto di cassare definitivamente le Province.
Gli argomenti a favore e contro si intersecano in maniera complessa. I fautori della proposta sono convinti che le Province erano enti inutili, che si occupavano di questioni facilmente scaricabili ai Comuni e alle Regioni (evitando così inutili conflitti) e in grado di dare soltanto posti a sedere per il sottobosco della politica. Se la spending review doveva dettare legge, ovvio che si dovesse partire da lì. In fondo, le cifre sul presunto risparmio non sono spiccioli: Secondo Delrio, il ddl consentirà un risparmio di quasi 2 miliardi e una riduzione delle cariche politiche. Peccato che a rispondere sia stata direttamente la Corte dei Conti che ha parlato di una somma che si aggira intorno ai 35 milioni di risparmio immediato.
Ma i contrari non hanno argomentazioni da meno: la legge Delrio è per molti di loro incostituzionale perché viola l’articolo 3, comma 2 della Carta Europea delle Autonomie Locali. Ma c’è di più. Aver scollegato Comuni e Regioni significherà soltanto aumentare i problemi nel medio e lungo periodo. E poi, come sempre accade, ogni provvedimento va calato sui rispettivi territori. È certo che in Italia ci siano Province sprecone e che non portano alcun beneficio alle popolazioni che amministrano ma è altrettanto vero che ce ne sono altre che sono state autentico volano di crescita e sviluppo. Tra queste, senza margine d’errore, c’è la Provincia di Lecce, governata per 15 anni dal centrosinistra e cinque dal centrodestra. È convinzione diffusa che i governi Ria, Pellegrino e Gabellone abbiano fatto bene al Salento e ne siano stati, per certi versi, il motore trainante.
Stringere la cinghia, in tempi così difficili è giusto ma tagliare sconsideratamente potrebbe essere oltre che dannoso anche anti-economico. Per non parlare poi, infine, della istituzione delle città metropolitane (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria), che attireranno progetti e denari a discapito di tutti gli altri territori. Se in Puglia Bari già la faceva da padrona, con la sua nomina a città metropolitana, allora….
