Legge di stabilizzazione, l’ira degli esclusi

Dopo l’approvazione del ddl, gli idonei al concorso non ci stanno: ‘Non abbiamo mai avuto nulla contro i precari e non ci siamo mai permessi di dire prima noi che loro (anche se ne avremmo avute le ragioni), ma questo non legittima nessuno a metterci da parte’ .

Il Consiglio per la stabilizzazione dei precari della Regione Puglia, un argomento che aveva acceso il dibattito politico tra forze di maggioranza e quelle di opposizione, finì in una rissa scoppiata tra i banchi di Via Capruzzi, con tanto di turpiloquio, condito da offese nemmeno tanto velate, del Presidente Nichi Vendola. Lo show poco ‘edificante’, soprattutto se andato in scena all’interno di un ente pubblico, è scoppiato poco prima della votazione finale, dopo quasi sei ore di accesa discussione. Il centrosinistra, una volta approvato il disegno di legge dell'assessore al Lavoro, Leo Caroli, si era stretto intorno al Governatore, difendendo la scelta di assumere a tempo indeterminato sia i 379 precari degli assessorati sia il personale delle società collegate, altre 400 persone circa. In parole povere, la carica degli 800 entrerà a far parte in pianta stabile della pubblica amministrazione senza fare esami. Basteranno titoli di studio, anzianità di servizio e carichi familiari, motivo che aveva portato il centrodestra ad una autentica levata di scudi, ritenendo il provvedimento legislativo regionale, palesemente incostituzionale poiché non si può accedere ad un incarico pubblico senza un concorso, senza una gara di evidenza pubblica, appunto. Insomma, secondo molti consiglieri di Forza Italia, si è trattato di un provvedimento-spot, influenzato dalle primarie ed in vista delle elezioni regionali del 2014: un modo, in altre parole, di creare illusioni alla luce della spada pendente di damocle della Consulta.

Vendola e la sua giunta hanno portato avanti con passione le loro idee: se la lotta al precariato deve essere combattuta, va fatto in tutti i luoghi e in tutte le forme a cominciare dalla Regione Puglia. Peccato però che a non pensarla come lui siano i vincitori del concorso, bandito nel lontano 2008. Un concorso pubblico da cui sono risultati idonei una schiera di 22 persone che non sono rientrate però nel piano di stabilizzazione.

Pubblichiamo la lettera giunta in redazione del Comitato Concorsi Ente Regione Puglia in cui viene chiesto di «accendere i riflettori su questa brutta pagina della storia della Regione Puglia».

Gentile direttore,
a scrivervi è il Comitato Concorsi Ente Regione Puglia in rappresentanza degli idonei del concorso da 80 posti a tempo indeterminato Categoria C della Regione Puglia.
Il nostro concorso, bandito nel lontano 2008 e conclusosi solo nel 2014 dopo 6 lunghi anni, ha visto l’affermazione di 80 vincitori e di 22 idonei (gente che ha superato tutte le prove concorsuali ma che si trova “fuori” col minimo scarto, 1 punto, o addirittura per ragioni anagrafiche, discriminanti a parità di punteggio). 22 idonei la cui posizione è tutelata da norme nazionali che ne prevedono l’assunzione in caso di necessità da parte dell’ente.

Necessità, però, soddisfatta dalla Regione Puglia con la previsione della stabilizzazione di 61 precari Categoria C (cioè personale regionale attualmente a tempo determinato) facenti parte di 379 figure complessive per la cui stabilizzazione l’ente stanzierà ingenti fondi (altrettante figure saranno stabilizzate nelle società partecipate).

Ora, se tali stabilizzazioni vengono definite dall’amministrazione come atto di giustizia, non capiamo perché la nostra situazione non meriti quantomeno altrettanto. Perché se è giusto assumere a tempo indeterminato gente che non ha sostenuto un concorso ma solo selezioni per contratto a tempo determinato (per titoli e colloquio, e con concorrenza quasi nulla), non riusciamo a capire come possa non essere ritenuto giusto assumere chi invece ha partecipato e superato un concorso (in linea con quanto disposto dall’articolo 97 della Costituzione che individua il concorso come modalità di accesso alla Pubblica Amministrazione) proprio per contratto a tempo indeterminato (consistente in ben 4 prove e per il quale sono state presentate circa 190.000 domande di partecipazione).

Inoltre non è concepibile né credibile che non si trovino fondi per l’assunzione di sole 22 persone idonee di pubblico concorso quando ne sono stati trovati a sufficienza per stabilizzare senza concorso centinaia e centinaia di precari.
A questo si aggiunge che il personale regionale è fortemente sottodimensionato, e la situazione non cambierebbe nemmeno con le stabilizzazioni (rimarrebbero comunque 213 posti vacanti per la nostra categoria).
A quanto pare, quindi, ci sarebbero posti e risorse per tutti, il che rende l’accanimento nei nostri confronti ancora più inspiegabile.

È opinione comune che la recente legge regionale che prevede la stabilizzazione del personale precario potrà essere facilmente ritenuta anticostituzionale. A prescindere da ciò, siamo pronti ad adire le vie legali qualora la Regione non ponga rimedio e non trovi una soluzione anche e soprattutto alla nostra situazione. Non tolleriamo irrispettose contraddizioni: perché non è accettabile rinviare la nostra questione alla prossima Giunta (nascondendosi dietro l’ormai prossimo termine della legislatura) dopo che, solo alcuni giorni fa, si è invece potuta risolvere l’intricata questione legata ai precari.

Oltre a scarne affermazioni dell’assessore al personale Caroli che ha dichiarato il suo impegno allo scorrimento della nostra graduatoria e che le stabilizzazioni nei prossimi anni avverranno nel rispetto delle graduatorie concorsuali C e D (a cui non è seguito però alcun fatto concreto), sulla nostra situazione è piombato un silenzio tombale. Non siamo stati ritenuti meritevoli nemmeno di risposte allorquando abbiamo fatto pervenire per ben due volte delle email all’assessore, al presidente Vendola e a tutti i consiglieri regionali.

Vogliamo ribadire che non abbiamo mai avuto nulla contro i precari e che non ci siamo mai permessi di dire “prima noi che loro” (anche se ne avremmo avute le ragioni), ma questo non legittima nessuno a metterci addirittura da parte. Non è accettabile che la meritocrazia in Regione funzioni al contrario: anziché garantire innanzitutto il futuro ai pochi in regola, si preferisce solo porre rimedio ad una situazione particolarissima quale quella dei tanti precari. Abbiamo avuto rispetto di tutti, ma nessuno ha avuto rispetto di noi.
Dopo tanti anni di sacrifici ed aspettative non possiamo noi idonei di pubblico concorso accettare la parte di vittime sacrificali. Il valore di un concorso pubblico non può essere questo e noi non meritiamo questo. Sfidiamo chiunque a parlare di giustizia davanti ad una situazione così paradossale.

In vista dell’ormai prossima Cabina di Regia di venerdì prossimo dove si discuterà ancora di queste tematiche, vi chiediamo di accendere i riflettori su questa brutta pagina della storia della Regione Puglia e sull’ingiustizia perpetrata nei nostri confronti. Si è parlato e si parla tanto di precari, ma nessuno ha mai considerato la nostra non meno precaria condizione.



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