Finalmente anche Nichi Vendola ha parlato come i comuni mortali, che quando perdono le staffe non utilizzano circonlocuzioni e perifrasi, che non ammantano le parole di dolci aggettivazioni, ma che si lasciano finalmente andare a un sano e benefico turpiloquio che scarica la tensione e libera l’animo. Perché se la parolaccia ha una ed una sola utilità, è quella di rendere lo sfogo colorito, in alcuni casi, simpatico e certamente catartico.
È così oggi, il governatore di Puglia noto per il suo irenismo linguistico, per la sua convessità vocale, per le sue esse che rendono il parlato quasi musicale, ha perso il suo aplomb e ha mandato beatamente a quel paese i consiglieri regionali di Forza Italia, rei di aver fatto le pulci alla cosiddetta legge sulle stabilizzazioni, approvata in Consiglio nel pomeriggio di oggi.
Se il leader di Sel e la maggioranza di centrosinistra cantano vittoria per aver finalmente dato lavoro ad uno stuolo di precari che adesso diventeranno dipendenti a tempo indeterminato della Regione Puglia (e Dio solo sa che boccata d’ossigeno tale possibilità rappresenta per i fortunati e meritevoli che potranno accedere a questo traguardo) dall’altro gli oppositori gridano alla truffa ritenendo la legge regionale palesemente incostituzionale dal momento che stabilizzerà personale non attraverso un concorso, ma aprendo le porte ‘per titoli e colloqui’ grazie ad una graduatoria.
«Saranno pochi i precari che riusciranno ad essere stabilizzati prima dell’intervento della Consulta, e tutti gli altri, forse non troppo vicini al centrosinistra, vedranno sfumare ogni speranza. Ci sembra evidente che le Fabbriche di Nichi stiano chiudendo ma i dipendenti ‘amici’, anziché andare in cassa integrazione o mobilità, entreranno a tempo indeterminato in Regione, alla faccia dei 36 mila giovani disoccupati pugliesi». Così ha chiosato dai banchi di via Capruzzi, Luigi Mazzei a cui subito ha fatto seguito il collega di partito Aldo Aloisi che si è rifiutato di partecipare alla votazione “Sono uscito dall’aula ha dichiarato il consigliere perché non intendo partecipare alla costruzione di un pozzo di raccomandazioni a rate, che rende i precari completamente succubi di Sel e del Pd».
Per non parlare poi dell’intervento di Ignazio Zullo, che ha dichiarato perentorio «Noi siamo per l’occupazione, ma deve essere rispettosa della legge ed anche della vasta platea di chi ambisce ad entrare nel mondo del pubblico impiego per merito. Per queste ragioni, abbiamo votato contro la legge e questo voto lo consegniamo alla storia –ha concluso- perché siamo certi che il tempo è galantuomo e porterà alla dichiarazione di illegittimità costituzionale dell’ennesima legge slogan».
Ed infine Nino Marmo che puntando il dito contro il governatore gli ha ricordato solo grazie al buon governo del centrodestra che ha contingentato il personale ha potuto trovare spazi per fare assunzioni dal vago sapore clientelare.
Vendola a questo punto non ci ha visto più, ha preso la parola ed ha rimproverato a Forza Italia lo scenario politico di provenienza, la sua inconsistenza amministrativa e la sua impalpabilità sociale e poiché i toni si accaloravano in maniera esacerbata ha chiuso la sua arringa con un liberatorio «siete dei pezzi di mer**, andate a fanc**».
Il Consiglio si è concluso, ma certamente la sparata di Vendola produrrà parecchi clamori e c’è chi giura che il video di quell’arringa farà il giro di Youtube. «Acquisiremo le immagini di oggi del Consiglio Regionale, da cui si evincono chiaramente le offese di Vendola all’opposizione, e lo faremo diventare lo spot dei suoi dieci anni di governo della Regione.»