Un consiglio monotematico sull’inquinamento? A Maglie è polemica tra il Sindaco e il Presidente Bucci

Ernesto Toma forse non aveva gradito il protagonismo della sua vice Franca Giannotti e del Presidente del Consiglio Comunale. Bucci: ‘Il problema è serio, dobbiamo portare il dibattito dai social ai tavoli istituzionali’. Intanto i cittadini premono sui social.

Il presidente del Consiglio Comunale di Maglie, Gabriele Bucci e il vice sindaco Franca Giannotti non avrebbero mai immaginato che la loro richiesta di un assise consiliare monotematica sul tema dell’inquinamento ambientale avrebbe dato il via ad una polemica politica molto accesa con il sindaco Ernesto Toma.

Il primo cittadino evidentemente non ha gradito l’iniziativa da parte dei due esponenti della sua maggioranza, se è vero come è vero che in un’intervista sul Nuovo Quotidiano di Puglia ha tacciato la proposta come un modo ‘per fare inutili passerelle o conquistare spazio sui social e sui giornali’.

Maglie e il problema inquinamento

Ma veniamo al dunque. Sono settimane ormai, per non dire mesi, che i cittadini di Maglie si lamentano a gran voce sui social, vera e propria cassa di risonanza dello spirito di comunità, in merito all’aria irrespirabile con cui sono costretti a fare i conti a tutte le ore del giorno ed in maniera particolare al calar della sera e del buio.

Ma siamo a Maglie o a Chernobyl?’ avevano scritto un gruppo di cittadini magliesi proprio a Leccenews24 per provare a smuovere le coscienze.

Era stato il consigliere regionale dei pentastellati Tony Trevisi, partendo anche da quella denuncia di Leccenews24, a rivolgere un’interrogazione al governatore Michele Emiliano per chiedere cosa stia accadendo a Maglie e cosa si intende fare.

Franca Giannotti, vice sindaco di Maglie

Dinanzi alle lamentele dei cittadini, preoccupati soprattutto per i bambini e per i ragazzi di Maglie che non meritano di respirare quell’aria, nel timore di una tossicità contro cui si rischia di agire in grave ritardo, il vice sindaco Franca Giannotti e il presidente del Consiglio Comunale, Gabriele Bucci, hanno lanciato la proposta di un consiglio comunale monotematico.

Una proposta che è stata condivisa proprio sui social dai comuni cittadini che vorrebbero partecipare a quell’evento per dire anche la loro nelle forme e nei modi consentiti dal dibattito istituzionale.

Gabriele Bucci risponde a Ernesto Toma

La proposta però non è piaciuta ad Ernesto Toma, il primo cittadino. L’ha ritenuta forse irrituale o più probabilmente avrebbe preferito un passaggio dai suoi uffici prima del lancio della notizia. Chi lo sa.

Volevamo soltanto che il problema dell’inquinamento ambientale passasse dai social sui tavoli istituzionali. È stato perso molto tempo e se ne continuerà a perdere molto altro, se invece di pensare ai bisogni dei cittadini, si continuerà ad usare stratagemmi per inutili vendette politiche’ chiarisce Gabriele Bucci.

Gabriele Bucci, presidente del Consiglio Comunale di Maglie

Il presidente dell’Assise Consiliare non le manda certo a dire al Sindaco. C’è rimasto male delle parole del primo cittadino e rincara la dose:

‘A questo punto non c’è più tempo da perdere, convocare commissioni significa prendere tempo senza dare soluzioni, si convochi come chiesto il consiglio comunale l’unico organo sovrano, per dare parola ai cittadini. Oggi serve investire sulla salute utilizzando appositi fondi di bilancio, utili per esempio all’acquisto di centraline per il monitoraggio dell’aria, tutto il resto sono inutili chiacchiere da bar. Certo questo significa fare politica al servizio del cittadino e non della poltrona! Come si trovano i fondi per il carnevale o per altre iniziative che non rientrano nelle priorità, allo stesso modo devono essere trovati per la salute, che interessa ognuno di noi.’

Toma ha scelto, invece, di incontrarsi con il sindaco di Muro Leccese Antonio Donno. Nessun consiglio comunale monotematico, al momento. Più che una task force sembra esserci stato un gemellaggio tra Maglie e Muro all’insegna della lotta al comune nemico: l’inquinamento.

I cittadini dai social mettono pressione. Di respirare quell’aria non ne vogliono più sapere. Nemmeno per un solo giorno in più.