È ancora una volta la sanità il terreno di scontro della politica. Qual è la novità, allora? Semplice, la novità sta nel fatto che sulla sanità a dirsele e a darsele di santa ragione non sono gli schieramenti avversi in Via Capruzzi, ma i contendenti del centrosinistra alle primarie di fine novembre. Michele Emiliano e Dario Stefano sulla sanità toccano forse l’apice dello scontro che in questi mesi non li ha visti di certo schernirsi dinanzi alla possibilità di esprimere chiaramente il dissenso reciproco su tante visioni della politica e su tante decisioni dell’amministrazione regionale.
Terreno dello scontro, ancora una volta twitter. A partire lanica in resta, stamattina, era stato l’ex sindaco di Bari che partendo dallo stato di crisi del comparto sanitario pugliese, aveva ritenuto doveroso addossare alla parte vendo liana dell’amministrazione le colpe deilla cattiva gestione. Le poche luci tutte in quota partito democratico: «La Sanità, nonostante un anno di assessorato affidato ad Elena Gentile, è un disastro in Puglia e purtroppo questo disastro andrà rimediato negli anni prossimi. Bisogna riconoscerlo. L'assessorato alle Politiche della Salute è stato nelle mani del PD solo nell'ultimo anno, proprio con la Gentile ed ora con Donato Pentassuglia; ma prima è stato tutto di Vendola che all’inizio con Tedesco e poi con Fiore ha gestito la sanità. La responsabilità di questa situazione è esclusivamente di Vendola».
Il Senatore salentino, allora, avversario e contendente del sindaco barese, non ci ha pensato due volte a rispondergli, ricordando ad Emiliano i ruoli di responsabilità politica di cui è stato investito. “Chi ha avuto responsabilità, non può dirsi estraneo a nulla”, questo il senso delle parole dell’esponente di Sel. E poi giù a ricordare il curriculum dell’ex primo cittadino: «Ricordo che Michele è stato in questa regione segretario del PD dal 2007 al 2009; presidente del PD dal 2009 al 2014; dal 2014 nuovamente segretario regionale; che Alberto Tedesco – da cui lui oggi prende le distanze – è stato eletto senatore del PD nel 2009 (oltre ad essere stato suo sostenitore sia nel 2004 che nel 2009 alle amministrative a Bari). Non è stato un cittadino qualunque. Ripeto quello che ho detto venerdì parlando di Salute: il nostro compito è quello di rendere conto del lavoro svolto. Il giudizio su questo decennio possiamo esprimerlo, noi che ne siamo stati protagonisti, puntando il dito sugli altri, o guardandoci allo specchio. »
Ma non finisce qui: Stefano ricorda ad Emiliano che quando si ricoprono ruoli importanti, politicamente strategici, ci si deve sentire responsabili anche di ciò che non si è controllato direttamente: «In questi anni non ho avuto consuetudine di rapporti con i direttori generali delle ASL. Non ne faccio un vanto perché dovrebbe essere la regola. Molti di loro non mi hanno mai conosciuto e sentito. Eppure so che parlando ai pugliesi devo rispondere anche di chi ritiene – sbagliando – che sia normale interferire nelle direzioni amministrative e sanitarie.»
Ovviamente di fronte a questo confronto acceso, Forza Italia non sta a guardare e con Luigi Mazzei mette il dito nella piaga della contesa« Preoccupa e non poco questo continuo prendere le distanze dell’uno rispetto all’altro, perché ci fa capire come in questi anni sulle spalle dei pugliesi si sono consumate battaglie e scontri di potere inenarrabili che solo adesso escono alla luce. Gli equilibri di governo tra sel e pd nell’ultimo decennio sono stati stipulati contro la Puglia e contro i Pugliesi.»
Il consigliere regionale calimerese ricorda poi ai due contendenti del centrosinistra che anche sull’agricoltura sta andando in scena un conflitto che testimonia la discordanza all’interno della Giunta Vendola su tutto, in maniera particolare su questioni strategiche da cui dipende lo sviluppo della regione: « Sorge spontanea la domanda, direbbe qualcuno: a che servono queste Primarie nel Centrosinistra dal momento che Stefano ed Emiliano la pensano in maniera diametralmente opposta su tutto? Come potrà lo “sconfitto” appoggiare e sostenere il “vincitore” se c’è una distanza siderale tra le loro posizioni? Quale accordo di potere si nasconderebbe dietro persone che non la pensano nella stessa maniera su nessuna pagina dell’amministrazione se dovessimo vederli andare subito dopo a braccetto? »