Manca ‘la Cgil ha fomentato i lavoratori’, i Sindacati ‘è colpa della politica’

Duro botta e risposta tra la vicepresidente Simona Manca e i sindacati Cgil e Filcams, quando ancora si ascoltava l’eco delle proteste dei lavoratori che hanno creato qualche momento di tensione durante il consiglio provinciale a Palazzo dei Celestini.

Un finale già scritto quello andato in scena questa mattina a Palazzo dei Celestini durante il Consiglio Provinciale. Era ovvio che i circa 560 dipendenti della Provincia e i 130 di Alba Service manifestassero in difesa dei loro diritti, occupando l’Aula. Non era previsto però che la tensione raggiungesse livelli tali da richiedere l’intervento della Polizia e del personale della Digos che hanno dovuto sgombrare la sala.  Alla fine, l'Assise convocata per discutere dei tagli di organico e di risorse è stata sospesa e rinviata a data da destinarsi. Restano gli strascichi di una situazione tesa, tesissima che si trascinerà anche nei prossimi giorni.  
 
Prima di andar via, il Presidente Gabellone ha provato a spiegare la situazione nel corso della breve introduzione della seduta: la tanto discussa legge Delrio combinata alla manovra finanziaria ha creato una sorta di caos che si sbloccherà soltanto quando la Regione Puglia interverrà a fare chiarezza sulla distribuzione delle competenze. Fino a quel momento, è come se si avessero le mani legate. Eppure non è bastato a calmare gli animi.
 
Anche Simona Manca partendo “da lontano”  ha voluto spiegare in una nota si sia arrivati a scrivere in queste ultime ventiquattro ore «una pagina scandalosa nella storia del sindacato, della politica e del loro rapporto con le istituzioni».
 
«Il 28 gennaio – si legge nel comunicato stampa – il presidente Gabellone ha inviato al sottosegretario Bellanova una richiesta di incontro urgente per affrontare insieme le emergenze, anche occupazionali, create dal governo Renzi e dalla riforma Delrio. Da allora è trascorso un mese di silenzio. Ieri il candidato alle elezioni regionali per il centrosinistra, a Lecce per un tour elettorale, ha incontrato i lavoratori in presidio presso la Provincia di Lecce, raccontando loro una serie di bugie. Oggi, dopo un incontro con i rappresentanti provinciali di tutte le sigle sindacali, in cui si era concordato un rinvio della discussione della delibera, sulla riduzione della spesa dell’Ente, la Cgil, con evidente ed esclusivo scopo auto promozionale, e strumentalizzando le preoccupazioni dei lavoratori, li ha fomentati fino a provocare pesanti attacchi al presidente Gabellone e ai consiglieri di maggioranza presenti».
 
Insomma, secondo la Manca l’azione della Cgil è stata di una viltà e di una scorrettezza inaudite. Un colpo basso vissuto come uno schiaffo alle istituzioni da parte di un sindacato. «Non si possono strumentalizzare – continua la vicepresidente – le ansie e le preoccupazioni dei lavoratori, di cui Gabellone e la sua maggioranza, con senso di responsabilità, si stanno facendo carico. Con la vita e con il lavoro della gente non si scherza, né si possono costruire carriere politiche o vittorie elettorali. La dialettica politica deve conoscere i limiti della lealtà e della dignità e, prima ancora, quelli della decenza e della legalità».
 
Apriti cielo. In men che non si dica è arrivata la replica dei sindacati chiamati in causa «La vicepresidente Simona Manca non provi a intimidire i lavoratori e rispetti la Cgil e la Filcams che, su mandato dei lavoratori, stanno agendo secondo le normali regole delle relazioni sindacali, con metodi legali e pacifici. Se i lavoratori sono giunti ad un livello che sfiora l’esasperazione è perché si continua a spostare l’attenzione lontano dalle questioni più importanti. Il processo di riordino delle Province si sta svolgendo in maniera confusa e caotica: noi chiediamo che prenda la strada della condivisione e della trasparenza. E soprattutto chiediamo a tutti, nella politica e nelle istituzioni, senza alcuna distinzione di appartenenza, di impegnarsi affinché non venga perso un solo posto di lavoro. È la politica ad aver messo i lavoratori in questa condizione, ora pretendiamo che sia la politica, in un percorso trasparente e condiviso con chi rappresenta i lavoratori, a dare le risposte adeguate a chi oggi protesta legittimamente perché teme di perdere il posto di lavoro».