Cataldo ritira la canditura ma Parabita non ci sta. La petizione: “Il Salento è casa nostra, non di cosa nostra”

Mercoledì 1 maggio alle 11 l’appuntamento è davanti al Municipio del comune salentino. La petizione è un appello alle istituzioni.

Parabita non ci sta ad arrendersi alla mafia e scende in piazza. Mercoledì 1 maggio alle 11, davanti al Municipio, le voci di protesta contro la situazione che interessa il comune salentino: “Il Salento è casa nostra, non di cosa nostra”. L’appello alle istituzioni e alla società civile prende la forma di una petizione che ha già i suoi primi firmatari.

Sono fresche le dichiarazioni dell’ormai ex candidato sindaco di Parabita che ha ritirato la sua candidatura a sindaco del comune. La decisione di Marco Cataldo e del suo gruppo è arrivata subito dopo le gravi minacce intimidatorie contro di lui e contro i suoi commissari. La rinuncia alla corsa per il posto di primo cittadino ha avuto la peggio contro le minacce a sfondo mafioso, che sono segnali inequivocabili

“Manca la serenità”

Sono questioni che non riguardano solo la sfera personale del candidato ma un problema nostro, di ognuno di noi nessuno escluso”, dichiara la giornalista Fabiana Pacella, anche lei vittima di minacce a stampo mafioso. La mafia, la quarta mafia come è stata ribattezzata, ci sta togliendo tutto. La serenità, la libertà, l’economia migliore, la casa. Perché i Municipi sono la casa di tutti i cittadini”. 

Non è la tipica aria da campagna elettorale quella che tira a Parabita. Ma le voci di protesta si levano, i cittadini non si arrendono: “il Salento non è solo questo ed è ora di gridarlo a gran voce, nelle piazze vere oltre quelle virtuali della rete”.

L’appello, insieme in piazza

“Accanto alle istituzioni, accanto a chi vive le minacce sulla sua pelle. E lo faremo nel giorno simbolo del lavoro onesto, della fatica e della dignità: l’1 maggio alle 11. E lo faremo a Parabita, da cui deve partire un messaggio chiaro e inequivocabile che raggiunga gli altri comuni e l’intera comunità salentina. E lo faremo dal Municipio, la casa di tutti i cittadini”.

Il nostro appello dal basso è rivolto alle istituzioni, alla procura, alle forze dell’ordine, all’ufficio territoriale di governo, che tanto hanno fatto e continuano a fare per estirpare la malapianta della criminalità in questa terra. Ed è rivolto alla gente comune, a chiunque senta addosso la minaccia asfissiante di questa mala vigliacca, che si nasconde nei Palazzi e manda in giro i suoi manovali a recapitare e confezionare minacce”.

Per firmare la petizione online su change.org: http://chng.it/HkpNgFS5rP

oppure inviare una mail per info e comunicazioni a: [email protected]

 

Primi firmatari: Giuseppe Fornari, avvocato coordinatore di Civica-Lecce; Nico Barletti, architetto coordinatore Di Civica-Lecce; Fabiana Pacella, giornalista minacciata dalla Mafia; Donato Metallo, sindaco di Racale; Rosanna Saracino, candidata sindaco di Mesagne; Beppe Giulietti, presidente nazionale della Federazione Della Stampa Italiana; Teresa Bellanova, senatrice; Carlo Salvemini, sindaco uscente di Lecce, Alessandro Delli Noci, vicesindaco uscente di Lecce; Antonio Rotundo, deputato; Gianfranco Galluccio, rappresentante sindacale Cisl Regione Puglia; Dario Stefano, senatore vicepresidente gruppo Pd Al Senato; Anna Caputo, presidente Arci Lecce; Stefano Minerva, presidente Provincia di Lecce; Marcello Rolli, Sindaco di Leverano; Vincenzo Fischetti, presidente Associazione Humanfirst; Claudio Paladini, sindaco di Veglie.



In questo articolo: