L'editoriale di Guido Gustapane*
Nei giorni precedenti, a proposito dell'elezione del prossimo Presidente della Repubblica, avevo espresso la mia idea secondo cui il Capo dello Stato dovrebbe essere una figura limpida, tendenzialmente super partes, capace di svincolarsi da qualsiasi condizionamento di partito, un uomo libero ed autonomo nelle idee e nelle azioni.
Un uomo pulito e credibile, con una storia importante alle spalle, ma anche carismatico, capace di infondere nuova fiducia ad un popolo profondamente deluso. Mi rendo conto che la mia potesse apparire un'idea utopistica, ma io sono sempre stato convinto che in Italia non manchino personaggi simili, dal forte spessore culturale ed umano e dalle capacità politiche tipiche dei vecchi strateghi, che spesso oggi ci troviamo a rimpiangere.
Sono convinto che, mai come in questa fase storica, gli Italiani abbiano bisogno di una figura del genere alla guida del Paese, non tanto per ciò che il nuovo Capo dello Stato potrà concretamente fare, ma per ciò che deve rappresentare: una figura di coesione per i partiti e per i cittadini, che rappresenti l'unità nazionale, come prevede la nostra Costituzione. Gli italiani devono poter percepire che l'unico interesse che il Presidente abbia a cuore sia il bene dell'Italia e che per il bene dell'Italia si spenderà totalmente, ovviamente nei limiti della Costituzione.
Non amo l'atteggiamento disfattista e chiuso di buona parte dei politici attuali, quei politici che ritengono che in Italia nulla di buono sia rimasto e che sia tutto da distruggere e da rifare. Penso che l'Italia brulichi di figure positive, che purtroppo ultimamente sono state messe da parte da una politica dai toni troppo accesi e violenti e spesso inconcludenti. Mi sono trovato a rimpiangere i grandi vecchi statisti italiani, come Aldo Moro e Sandro Pertini, persone dall'immenso spessore umano, politico, culturale, con una storia politica a tratti emozionante: solo a leggere le biografie di Pertini ed Aldo Moro ci si emoziona.
Non amo la nuova politica di chi vuole distruggere senza costruire, la politica che parla alla pancia, la politica del bianco o del nero, del buono e del cattivo, la politica della demonizzazione dell'intera classe politica. Se le cose negli ultimi anni in Italia non sono andate per il meglio, a mio avviso, è stato proprio perché si è lasciato troppo spazio a gente capace di imporsi con toni perentori ed imperiosi, direi violenti, a discapito di figure più pacate e discrete, ma di maggiori spessore e contenuti.
Ecco, Mattarella, ritengo ricalchi perfettamente il ritratto dell'uomo che avrei voluto alla Presidenza della Repubblica: un uomo dai toni civili e pacati, capace di dialogare serenamente, in modo costruttivo, e di grande spessore umano, politico e culturale. E' ancora presto per dare giudizi su di lui e sul suo operato, ce ne sarà di tempo per metterlo alla prova, ma la sua figura certamente promette bene. Ritengo che in Italia non sia tutto da distruggere, molte cose meritino di essere salvate, solo che per troppo tempo non sono state valorizzate. Spero che Mattarella sia un punto di partenza per un nuovo modo di fare politica e infonda nuova fiducia agli italiani. Io sono ottimista.
* Coordinatore cittadino Udc Lecce e Resp provinciale giovani