È apparso a tutti un bluff – e pure mal riuscito – quello delle mancate dimissioni dei consiglieri di centrodestra che avrebbero portato la città di Lecce al voto per l’elezione di un nuovo sindaco.
Alla storia della mancata pec che sarebbe dovuta giungere dalla Thailandia da parte della consigliera new entry, Paola Gigante, non ci hanno creduto in molti, creando non pochi rumors e mal di pancia.
Ora, così come ha già avuto modo di affermare Antonio Rotundo dal Pd, per molti il Commissariamento della città capoluogo sarebbe una “iattura”.
Parla Gaetano Messuti
Oggi a voler parlare è Gaetano Messuti di Grande Lecce. L’ex assessore della Giunta Perrone ha invitato i giornalisti a bere un caffè comodamente al bar per chiarire la propria posizione, “da consigliere libero e indipendente” come si è definito.

“C’è grande rispetto per le Istituzioni oggi e sempre, quindi mai c’è stata la volontà di far perdere tempo agli uffici comunali!”. Così ha esordito Gaetano Messuti per spiegare cosa è successo il ‘famoso’ pomeriggio in cui i consiglieri di centrodestra si sono riuniti per rassegnare le proprie dimissioni e far così terminare l’esperienza Salvemini.
Un deficit di validità che ha portato a sgonfiare chi era animato da ‘buoni propositi”. “I social rappresentano una risorsa, ma stritolano i contenuti- afferma Messuti – ed oggi io voglio parlare ai miei circa 1300 elettori di centrodestra”.
Quella telefonata con Valente…
A chi vuole sapere cosa davvero sia accaduto nella telefonata con Fabio Valente, consigliere del Movimento 5 Stelle, Messuti chiarisce: “non ho problemi a dire che Valente l’ho chiamato io esattamente alle 15 del pomeriggio – Doveva essere sua la prima firma da apporre al documento, secondo me, ma se pur invitato non è voluto venire. Parli di bluff, gli ho detto, allora gioca a poker!”. Ma sappiamo che Fabio Valente ha risposto picche (volendo rimanere in termini di tavolo da gioco).
“Il mio appello è nato da un sentimento di responsabilità e l’ho rivolto ancor prima direttamente al sindaco Carlo Salvemini visto che ormai non può più contare su una maggioranza. Mi sono rivolto a coloro in cui riconosco un perimetro ideologico. A chi, come Delli Noci, ha un perimetro ideologico a dir poco sconfinato, non voglio proprio rivolgermi”.
Il nodo del Bilancio
“Già oggi sottoscriverei un Patto di centrodestra per non votare il Bilancio se Salvemini non accettasse di revocare le Linee programmatiche che è evidente ormai non rispecchiano più le intenzioni della maggioranza”.
Insomma, per Gaetano Messuti le soluzioni sono due: o cambiano le linee programmatiche e si rivedono i punti nodali che riguardano il disagio sociale, la sicurezza urbana e la scelta poco felice dell’inversione di marcia su viale Marconi, o il governo cittadino non avrà il voto del Consigliere Messuti in primis e -probabilmente- del Centrodestra, portando al Commissariamento. Se a palazzo Carafa dovessero accettare la prima ipotesi dando vita a “un inciucio alla luce del sole”, secondo Messuti “si può arrivare anche a dicembre, ma allora scartato il panettone ci si fa gli auguri di Natale e ci si dà un “in bocca al lupo” lasciando la parola agli elettori”.
Insomma, c’è un Piano A e un Piano B, “tertium non datur” declama Messuti.
Le parole di Salvemini
In un’intervista delle ultime ore il sindaco ha dichiarato “Non sono interessato a cercare voti per l’occasionale approvazione del bilancio, che mi metterebbe nelle condizioni di una navigazione a vista. Io chiedo un accordo politico programmatico per governare Lecce fino al 2022”. E Messuti commenta sibillino “Non so se queste parole sono dettate da un’eccessiva sicurezza o da una volontà autodistruttiva. Opto più per la prima ipotesi”.
La posizione di Direzione Italia
E intanto dal Coordinamento provinciale di Direzione Italia, Antonio Gabellone e i consiglieri cComunali Andrea Guido, Angelo Tondo e Attilio Monosi ribadiscono la loro ferma contrarietà ad ogni tipo di accordo che possa consentire il proseguimento dell’Amministrazione Salvemini. “Circolano da giorni notizie di “calciomercato” che rischiano di alterare gli equilibri con gli alleati – scrivono – È necessario sgombrare il campo da qualsiasi equivoco e sottoscrivere, all’insegna del vincolo di coalizione, un documento a firma di tutti i responsabili di partito e movimenti insieme ai 17 consiglieri di centrodestra, che chiarisca la piena opposizione al governo Salvemini, il disconoscimento delle linee programmatiche dallo stesso tracciate e la garanzia del voto contrario al prossimo Bilancio di Previsione 2018. Solo in questo modo potrà essere fatta chiarezza sulle numerose e perseveranti notizie di inciuci circolate in questi giorni in città”.
In soldoni, ne vedremo delle belle.
