Il principio da cui prende forma il decreto per la sicurezza urbana del Ministro Minniti è quello secondo cui chi sporca le città deve ripulirle. In questa logica, si inquadrano una serie di misure, contenute nel testo approvato dal Consiglio dei Ministri: 18 articoli che consegnano maggiori poteri nelle mani dei sindaci che, con lo strumento delle ordinanze, potranno fare fronte alla questione sempre più urgente della "inciviltà urbana". Fenomeno diffusissimo nel Salento col quale il Sindaco uscente si é spesso misurato, non senza scatenare polemiche: soltanto pochi mesi addietro, il primo cittadino di Lecce, lo ricorderemo, si faceva fotografare nel borgo antico della città, mostrando alle sue spalle scritte da bomboletta spray che campeggiavano sulle pregiate pareti di una storica chiesa leccese, apostrofando gli artefici del vile gesto "vandali".
Il successore di Paolo Perrone, nella fattispecie, avrà strumenti legali più incisivi per reprimere il fenomeno: il daspo urbano, già applicato negli stadi, arriva anche nei comuni e consentirà, al sindaco che verrà, di allontanare da una zona della città, per 12 mesi, chi sarà sorpreso a deturparne la bellezza ed il patrimonio. Congiuntamente, il giro di vite operato dal dl Minniti applicherà multe salate ai trasgressori, dalle 300 alle 900 euro, oltre all'allontanamento fino alle 48 ore; per chi sporcherà le città, imbratterà i muri e mezzi di trasporto pubblici, il giudice potrà disporre la ripulitura e il riordino.
Il decreto potrebbe funzionare come strumento deterrente o repressivo e ne hanno commentato l'utilizzo anche dai candidati sindaco di Lecce 2017:
Carlo Savemini
I maggiori poteri assegnati ai sindaci sulla tutela dell'ordine pubblico raccolgono le richieste negli anni formulate dall'ANCI. I primi cittadini sono i destinatari naturali delle attese dei cittadini su decoro e sicurezza urbana. Che, spesso, non potevano essere soddisfatte e accolte per limitatezza di poteri. Oggi si rafforza la possibilità di intervenire – di concerto col prefetto – per emettere ordinanze che sanzionano inciviltà diffuse: imbrattatori, parcheggiatori abusivi, molestatori, vandali. Occorre evitare naturalmente dare l'idea che i sindaci si trasformino in sceriffi: bisognerà utilizzare lo strumento delle ordinanze con intelligenza senza esasperazioni. E verificare che a maggiori responsabilità si accompagnino strumenti adeguati.
Alessandro Delli Noci
L'attivazione di misure, mirate ed integrate, per la sicurezza urbana e l'inasprimento delle pene per chi danneggia la città sono certamente importanti al fine di salvaguardarla e provare a garantire il rispetto del bene comune. Quindi sì a sanzioni e pene più severe, che devono essere congiunte a specifiche azioni di controllo sul territorio, soprattutto nei suoi quartieri più vulnerabili e sensibili quali il centro storico. Credo tuttavia che la mera repressione possa arginare nel breve periodo, ma non risolvere questo tipo di emergenze. Occorre, al contrario, pensare ad iniziative di sensibilizzazione e di coinvolgimento dei cittadini, e soprattutto delle giovani generazioni. Per questo, dovessimo governare questa città, adotteremo il Regolamento per i Beni Comuni, sullo stile di quello già avviato a Bologna, con il quale sosterremo e valorizzeremo l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, con finalità di tutela del bene comune e di interesse generale. Finché non ci sarà la consapevolezza del valore materiale, immateriale, simbolico e identitario di questi beni/servizi, qualunque azione sarà estemporanea e fine a se stessa. Educare al bello e al giusto deve essere obiettivo di qualsiasi società civile".
Mauro Giliberti
Non si può pensare di conciliare la sicurezza con le politiche da "benpensanti". Se necessario non bisogna aver paura di usare il pugno duro contro il vandalismo, la prostituzione in strada, lo spaccio e il commercio abusivo: chi non ama la città e tutti i suoi abitanti deve essere allontanato. Per questo istituiremo la figura del #mus, il “Manager della Sicurezza Urbana”, per contribuire al raccordo fra i diversi operatori della sicurezza rendendo strutturali le soluzioni ai problemi. Fondamentale la prevenzione, con la videosorveglianza e l’utilizzo di strumenti tecnologici che rilevino il fatto reato in tempo reale. Il ruolo della nostra Polizia Municipale sarà sempre più sinergico con il cittadino, un patto duraturo per la legalità ed il rispetto delle regole e del decoro urbano.
Fabio Valente (In attesa di certificazione richiesta dal Movimento per ufficializzare la candidatura)
Accolgo positivamente il decreto Minniti in qualità di strumento utile per reprimere comportamenti di inciviltà che ledano il bene comune. Mi riservo, tuttavia, di esaminare a fondo i contenuti dei 18 articoli e gli strumenti messi a disposizione per comprenderne a pieno l'utilizzo. Ritengo, inoltre, che si tratti di misure dettate dall'urgenza che hanno utilità, ma non possono prescindere da altri metodi di prevenzione necessari. Più che per la repressione, in senso stretto, il Movimento si vota alla educazione dei cittadini: in questo senso deve essere intesa la nostra proposta di una "Movida per bambini" che coinvolga le famiglie ed educhi i più piccoli al rispetto degli spazi comuni. Vorremmo scongiurare la possibilità di una deriva che tramuti la figura del sindaco in uno "sceriffo", sentiamo l'esigenza di riavvicinare i cittadini al patrimonio di Lecce. La città deve essere pensata come una proprietà di tutti ed educando in giovane età i ragazzi si può certamente evitare l'utilizzo di mezzi quali il daspo urbano. Così come ciascuno di noi ha rispetto delle proprie abitazioni, allo stesso modo bisogna imparare ad averne degli ambienti esterni.
Valentina Petrucci
