Il reparto di Rianimazione di Gallipoli probabilmente vanta un triste record, quello delle inaugurazioni. Mai reparto ospedaliero fu inaugurato così tante volte, tutte in pompa magna. E ogni inaugurazione doveva essere sempre “l’ultima”, sempre la definitiva. Così si disse anche nel 2013, quando alla presenza di tutto il mondo della politica fu fatta l’ennesima ouverture.
Tutto risolto, quindi? A quanto pare proprio no. Ed a lanciare il sasso nello stagno del silenzio ci pensa il consigliere regionale di Forza Italia Luigi Mazzei, che oggi ha presentato un’interrogazione urgente in Consiglio per chiedere risposte all’Assessore regionale alla Sanità, Donato Pentassuglia e al Governatore Nichi Vendola.
Sembra proprio, infatti, che a causa dell’assenza dei codici autorizzativi regionali al ricovero, i pazienti non possano transitare direttamente in rianimazione ma ci debbano passare da un reparto interno.
«Il reparto di Rianimazione di Gallipoli è l’ennesima testimonianza di come la Sanità di Vendola sia un lungo tunnel in fondo al quale non si vede la luce e il diritto alla salute e all’assistenza dei cittadini pugliesi e salentini. Al Sacro Cuore di Gesù, il reparto di rianimazione – spiega Mazzei – è in funzione soltanto per gli interni, poiché raramente vengono ricoverati pazienti esterni, i quali sono tutti, invece, fatti passare prima da altri reparti tramite ricovero. Sembra proprio, infatti, che manchino i codici autorizzativi al ricovero, codici regionali necessari per la rendicontazione finanziaria dell’ospedale all’Ente di Via Capruzzi.»
Insomma un difetto procedurale che si ripercuoterebbe sull’Ospedale stesso in fase di rendicontazione dei ricoveri se non si utilizzasse l’escamotage del ricovero interno per venire incontro alle esigenze dei pazienti. Questa l’accusa lanciata da Mazzei. Di certo, in attesa della risposta, l’assessore Pentassuglia potrebbe dare rassicurazioni maggiori ed eventualmente smentire il consigliere forzista nella giornata di domani, quando alla Direzione dell’Asl, discuterà insieme a tutti gli amministratori locali del piano di riordino ospedaliero in fieri. Quale occasione migliore per smontare un’accusa che saprebbe di beffa?
