Nuovo impianto di compost a Galatone, l’Amministrazione solleva dei dubbi e si pensa ai rifiuti tossici

Sul territorio comunale già martoriato a livello ecologico ed ambientale l’Amministrazione comunale è sul piede di guerra. Il sindaco Nisi e l’assessore Campa pretendono trasparenza e chiedono attenzione sulla vicenda.

A Galatone, mentre prende sempre più piede la costruzione di un impianto per la produzione di compost, l’Amministrazione comunale sembra essere pronta ad intervenire in maniera decisa laddove non si dovesse fare chiarezza sulla questione e non si rispettasse l’ambiente in senso ecologico e naturalistico nelle località Bruciate lungo l’asse viario Galatone-Galatina.

E’ ancora in corso la procedura di valutazione di impatto ambientale relativa alla costruzione dell’impianto così come la procedura di autorizzazione dello stesso il quale servirebbe per implementare la raccolta differenziata in un contesto virtuoso del ciclo dei rifiuti, permettendo così la raccolta della frazione organica di umido a costi ragionevoli e rendendo ecologicamente molto più idoneo e salutare il riutilizzo dei rifiuti limitando notevolmente la quantità da smaltire.

Sorgono dubbi, però, sulla questione e a sollevarli sono il sindaco di Galatone, Livio Nisi, e Annamaria Campa, assessore alle Politiche Ambientali. Nello specifico, fanno sapere con una nota, “è stato rilevato che il compost non rispondente ai requisiti previsti per il suo riutilizzo come ammendante potrà essere smaltito in una adiacente discarica per rifiuti speciali, il cui iter autorizzativo è in itinere, ed è stata prodotta formale richiesta di chiarezza in merito alla tipologia di rifiuti destinabili a tale discarica”.

Per gli amministratori del comune salentino non è servita nemmeno la Conferenza dei Servizi, tenutasi lo scorso 25 ottobre, andati via senza ottenere nessuna risposta alla domanda “sollevando ulteriori dubbi in merito alla possibilità che in tale discarica – continuano sindaco e assessore – possano giungere rifiuti tossici e pericolosi e che l’impianto possa essere ricettacolo futuro di tali tipologie di rifiuto”.

Insomma nuova tegola per un territorio già martoriato e pressato a livello ecologico-ambientale da una elevata concentrazione di impianti operanti nel settore della gestione dei rifiuti, basti pensare alla discarica di inerti contenenti amianto, la discarica Castellino per RSU non messa ancora in sicurezza, la rimessa dei rifiuti da raccolta differenziata e l’impianto cogenerativo a biomasse sotto sequestro i quali possono influire negativamente sulla qualità dell’ambiente, e quindi sulla salute umana.

Una “battaglia” obbligata, quindi, quella dell’Amministrazione, contraria ad ulteriori insediamenti di impianti per la gestione dei rifiuti soprattutto se queste non risultano ecologicamente sostenibili con estrema trasparenza.
 
di Mattia Chetta



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