Offese sessiste «cinquestelle» alle deputate Pd. E la Carfagna si scoprì figlia di un Dio minore

Parole sessiste e offensive quelle che che mercoledè¬ scorso, in Commissione Giustizia, il deputato pentastellato Massimo De Rosa ha rivolto ad un gruppo di deputate democratiche.

È vero, la Rivoluzione ha bisogno di comportamenti rivoluzionari. E anche di un linguaggio rivoluzionario. La Rivoluzione ha bisogno di ignoranza. E per certi versi di insensibilità. E questo perché la rivoluzione è figlia dell’esasperazione. E l’esasperazione non prevede dosi di comprensione. Prevede l’esaltazione dello spirito distruttore. La Rivoluzione prevede che si rada tutto al suolo (il buono e il cattivo, il bello e il brutto di un sistema) per ricostruire un ordine nuovo. Un nuovo ordine che pure avrà i suoi limiti e i suoi difetti. Limiti e difetti di cui se ne accorgeranno altri. Gli altri. E in una fase successiva della storia.
Quindi perchè stupirsi se i grillini che sono stati votati per fare la Rivoluzione hanno comportamenti rivoluzionari? Non siamo di fronte a marziani; siamo di fronte, invece, a politici che esercitano il loro vincolo rivoluzionario di mandato con chi li ha mandati in Parlamento per fare la Rivoluzione.

Ha detto oggi a Domenica in, ospite telefonica di Massimo Giletti, la Presidente della Camera, Laura Boldrini “Non si sale sui tetti dei palazzi istituzionali per manifestare. Non si occupano gli scranni del governo per dimostrare la propria contrarietà alle scelte del Parlamento. Ci hanno costretto a pagare gli straordinari a commessi e questori”
Ah, no? Debole come accusa, cara Presidente. E cosa si fa, quando si vuole protestare con veemenza? Di occupazioni di Camera e Senato se ne ricordano a iosa. E quante volte i leader dei partiti (anche di quello della dottoressa Boldrini) salgono sui palazzi per manifestare solidarietà a lavoratori e non in difficoltà, aderendo spesso a iniziative contro i governi che poi in Parlamento sostengono?
E quanto alle parole, le volgarità di molti deputati del Movimento a Cinquestelle non sono peggiori di quelle di altri partiti. Anzi!

Prendete quello che è successo con le parole sessiste e offensive che mercoledì scorso, in Commissione Giustizia, il deputato pentastellato Massimo De Rosa ha rivolto ad un gruppo di deputate democratiche: «Siete arrivate qui solo perché sapete fare bene i……….(leggi: sesso orale)». Frase talmente povera (ecco, questo è secondo noi  l’aggettivo più confacente) che giustamente sette deputate del Pd (Alessandra Moretti, insieme alle colleghe Micaela CampanaFabrizia Giuliani, Maria Marzano, Assunta Tartaglione, Chiara Gribaudo, Giuditta Pini) hanno querelato De Rosa e con ogni probabilità De Rosa pagherà, perché sarà improbabile che trovi qualche giudice in vena di derubricare quelle puerilità come libero diritto di espressione politica.

Ma al netto della vicenda giudiziaria, qual è la novità in quell’offesa maschilisticamente volgare? Non c’è novità, in quel linguaggio. Non c’è gergo rivoluzionario. De Rosa ha usato gli stessi termini che l’8 luglio 2008, in un tripudio di pubblico e di consensi, Sabina Guzzanti espresse contro la ministra berlusconiana Mara Carfagna, durante una notissima manifestazione “No Cav”:
"A me non me ne frega niente della vita sessuale di Berlusconi. Ma tu non puoi mettere alle Pari opportunità una che sta lì perché t'ha succhiato l’ ……, non la puoi mettere da nessuna parte ma in particolare non la puoi mettere alle Pari opportunità perché è uno sfregio". 

Allora la Carfagna non la difese nessuno. Anzi, ci si meravigliò della querela della parlamentare campana, perché – si disse – non si querelano gli artisti nella loro libera espressione del genio.
Come è andata a finire, si sa. Un giudice ha ritenuto diffamatorie, gratuite e ingiustificabili le affermazioni urlate dal palco del No-Cav Day del 2008. Sabina Guzzanti è stata condannata nel 2012, per diffamazione, a pagare 40mila euro di danno morale all’ex ministro delle Pari Opportunità. Probabilmente De Rosa non se la caverà con meno.
Ma sul tappeto continua a rimanere un clima politico avvelenato che è difficile bonificare, un clima politico in cui in questi anni si è calpestata la vita privata delle persone per avere la meglio sull’avversario. Adesso c’è solo un giro di valzer. Anzi, come ai vecchi tempi col ballo della spazzola, si cambia chevalier…Quelli che erano rivoluzionari adesso mantengono le postazioni della reazione. Umile battaglia di retroguardia. Si litiga per un patrimonio di valori che non esiste più. I Barbari hanno superato il confine e stanno per arrivare in città.



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