Otranto, niente Porto Turistico. Il Comune chiede la remissione a Renzi

Otranto. Il porto turistico non si farà. Ieri la decisione in conferenza dei servizi, che confermato il diniego al progetto. Cariddi:«Non intendiamo rinunciare»

Senza ombra di dubbio, una vera e propria doccia fredda. Niente porto turistico per la città di Otranto. Nel corso della conferenza dei servizi tenutasi ieri mattina, luogo in cui è stata presa la decisione, “si è chiuso un lungo periodo, durato 7 anni – scrive in una nota stampa Luciano Cariddi, sindaco del comune idrutino – nel quale si è cercato in ogni modo di spiegare le ragioni e la necessità di veder realizzato un porto turistico a Otranto”.

 La Soprintendenza regionale al paesaggio, infatti, ha confermato il diniego relativo al progetto di Condotte spa. Notizia che, ovviamente, ha suscitato malcontento nel primo cittadino della “Città dei Martiri”; eppure, lo stesso Cariddi non getta la spugna, annunciando ricorso al Consiglio dei Ministri. “La Città e il territorio tutto di riferimento non intendono rinunciare ad una irripetibile possibilità di realizzare un’infrastruttura vitale per lo sviluppo e la qualificazione dell’offerta turistica”.

Nel comunicato pervenutoci in redazione, il primo cittadino ricostruisce un po’ la crono-storia della vicenda: “Diverse generazioni di otrantini si sono interrogate sulla soluzione progettuale migliore da adottare. Tanti i progetti vagliati e bocciati in passato, sino all’attuale che trova, sul territorio, ormai unanime adesione.  Ma il tanto lavoro svolto, da società proponente e comune, evidentemente per alcuni, non è stato sufficiente. La Soprintendenza non ha voluto aprire minimamente a qualsivoglia proposta migliorativa del progetto, dichiarando che ad Otranto non è possibile realizzare un porto turistico”.

Non mancano nemmeno “frecciatine” rivolte ad altri enti: “La Regione Puglia, dal canto suo, non ha risolto le proprie ambiguità che hanno accompagnato sin dall’inizio l’iter autorizzativo dell’opera. A nulla è servito rappresentare anche l’opportunità occupazionale, diretta e dell’indotto, che l’opera garantirebbe. Anzi, sorprendentemente, la stessa rappresentante barese della CGIL, intervenuta nella conferenza, ha dichiarato di non essere preoccupata del fatto che non si riesca a creare tale nuova occupazione Viene spontaneo chiedersi se anche i rappresentanti salentini della CGIL fossero stati invitati a partecipare, e se condividono tale posizione”.

“Prendo atto che – prosegue Cariddi – stranamente, la rilevanza ambientale-paesaggistica dell’area interessata dal nostro porto turistico non sia stata preclusiva anche per infrastrutture già realizzate e autorizzate, elettrodotto e gasdotto, per le quali la Regione Puglia ha concesso il proprio decisivo assenso”.

Come anticipato in apertura d’articolo, il Comune ha chiesto che, come previsto dalla normativa, ora la questione venga rimessa all’attenzione del Consiglio dei Ministri, affinché in quella sede si ricerchi un consenso unanime da parte delle Istituzioni. “Abbiamo fiducia – scrive Cariddi – viste anche le posizioni assunte dal Presidente del Consiglio Renzi in modo chiaro ed inequivocabile, che in quella sede possa trovare ascolto e accoglimento l’aspirazione di un intero territorio che guarda ad Otranto come proprio affaccio sul Mediterraneo”.

Resta comunque ferma la massima disponibilità, sempre manifestata dalla società proponente, ad apportare al progetto quelle modifiche utili a minimizzare ulteriormente gli eventuali impatti dell’opera.

Con fermezza, però – conclude – mi sento di affermare che una comunità come quella che mi onoro di rappresentare, sempre disponibile a valutare con doverosa attenzione e senza pregiudizi ideologici, progetti di interesse strategico nazionale, che pure implicano impatti sul nostro ambiente, meriti maggiore attenzione da parte del Governo nazionale e soprattutto da parte del Governo regionale, i quali non possono continuare a pensare alla nostra terra come luogo utile ad ospitare infrastrutture energetiche di interesse generale, ergendosi invece ad inflessibili custodi della nostra integrità territoriale quando si tratta di rispondere ad esigenze di lavoro e sviluppo rappresentate dalla nostra gente”.



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