Il Presidente dell'Assemblea Provinciale PD Lecce, Paola Povero, individua i punti essenziali su cui focalizzare un programma: welfare, emergenza lavoro e politiche ambientali. "Il PD per il quale intendo battermi deve discutere, ma anche decidere. Ambizione è legittima e ciascuno di noi, io per prima, è qui per compiere un servizio e non garantirsi una carriera" – ha dichiarato in una nota stampa.
La priorità, a Lecce, consiste nell'individuare un programma. Pochi punti, ma indispensabili: emergenza lavoro; welfare; politiche ambientali. Paolo Povero, presidente dell'Assemblea Provinciale PD Leccese , dimostra subito di avere le idee chiare sul lavoro da svolgere. Non un lungo elenco, bensì l'individuazione di interventi mirati. "Quante energie sprechiamo tutti i giorni tra di noi pur avendo gli stessi obiettivi e le stesse idee – ha detto la Povero tramite una nota stampa pervenutaci in redazione – e poi quasi sempre ci capita di trovarci senza energie o scoordinati nei momenti cruciali, sentiamoci protagonisti di uno sforzo collettivo per ridare un futuro ed una speranza soprattutto ai giovani".
Poi precisa: "In politica, come nella vita, l'ambizione è certamente legittima, ma mai si deve perdere di vista l'idea che ciascuno di noi -io per prima – è qui per compiere un servizio e non per garantirsi una carriera. IL PD, per il quale intendo battermi deve discutere, ma anche decidere, e i circoli devono essere i nostri sensori utili per comprendere le problematiche dei territori insieme agli amministratori locali, che per primi percepiscono i problemi e le difficoltà dei cittadini".
"Oggi più di ieri la politica è capacità di sapersi raccontare attraverso l'elaborazione nella quale il cittadino si può riconoscere. Bobbio diceva:" I partiti servono a far sì che sia possibile attivare i cittadini a tradurre in linguaggio politico le loro opinioni". Bisogna rafforzare le potenzialità della partecipazione attraverso la trasparenza delle decisioni prese dalla rappresentanza politica e dalle istituzioni". "Un partito contemporaneo e riformista come il nostro – scrive sempre Paola Povero – ha il dovere di promuovere cultura democratica, partecipativa e collaborativa e di scoraggiare l'autoreferenzialità dei gruppi dirigenti".