Pensioni e bonus bebè. Il Governo ‘tweetta’ alcune precisazioni

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze si dimostra al passo con i tempi e fa via Tweetter alcune precisazioni in merito alla Manovra Finanziaria che attende di diventare legge. Focus su pensioni e bonus bebè.

C’è attesa, quella che sempre caratterizza il varo di una Manovra finanziaria, manovra che, in tempi di difficoltà economiche, non può che essere definita lacrime e sangue.

Gli Enti – Regioni, Comuni, Camere di Commercio – sono sul piede di guerra e non ci stanno ai tagli che già si prospettano nel testo di Legge. A rendere il nodo ancor più serrato il rinvio della riunione, poi riconvocata a seguito dell' intervento del presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino. Al centro della discussione anche il caso delle partecipate, la cui razionalizzazione verrebbe lasciata alla libera decisione dei presidenti di Regione al fine di permettere agli Enti di scontare dai 4 miliardi di tagli i possibili risparmi.

Ciò che più ha fatto discutere, inoltre, nei giorni scorsi è stato lo slittamento dell’erogazione delle pensioni dal primo al dieci di ogni mese, oltre che il bonus bebè.

La Ragioneria Generale dello Stato ha voluto utilizzare lo strumento di Tweetter per veicolare precisazioni in merito alle notizie che sono circolate in questi giorni.
Intanto, l' erogazione del bonus bebè in una soluzione unica, precisando che il tetto per poter usufruire del beneficio è pari a 90mila euro – come annunciato dal premier Renzi nel salotto di Barbara D’Urso. Si dovrebbe trattare di un contributo esentasse, che non inciderebbe sul reddito. L’erogazione sarà in un'unica soluzione per ogni bambino nato o adottato a partire dal primo gennaio 2015. L'assegno ammonterebbe a non meno di 900 euro e sarà destinato ai genitori con un reddito annuo sotto i 36mila euro ai fini Isee (90mila in termini di reddito complessivo).

Via Twitter arrivano, poi, le precisazioni sulle pensioni: il termine del 10 del mese vale soltanto per le 800mila persone che godono del doppio assegno Inps-Inpdap, ovvero per chi ha lavorato sia nel settore pubblico che nel privato; per tutti gli altri 15 milioni di pensionati le regole non cambiano e l'assegno verrà erogato, come sempre, il primo del mese.

Insomma, in attesa del testo ufficiale da Roma si cerca di fare  chiarezza e stendere un velo sulle polemiche. Nell’era digitale anche i vetusti uffici romani stanno al passo coi tempi, forse per tentare di apparire meno distanti dai cittadini che ogni giorni si sentono vessati dalle decisioni “prese dall’alto”.