La questione riguardante l’erosione costiera, e i Km di costa che continuano a scomparire, resta uno dei problemi più di stretta attualità nel territorio salentino. Un argomento che il Comune di Lecce ha deciso di non sottovalutare, mettendolo al centro della sua agenda politica. È stato presentato in mattinata, infatti, il Piano comunale delle coste leccesi, che si interfaccia con il Pug (Piano Urbanistico Generale) sotto la supervisione dell’assessore all’Urbanistica, Severo Martini e del dirigente del settore, Luigi Maniglio.
I due hanno illustrato la situazione attuale delle coste di proprietà del Comune di Lecce descrivendola come un primo step che si indirizza verso una seconda fase di progettazione da discutere in Commissione Comunale e verso quella finale che dovrebbe presumere l’approvazione da parte della Regione Puglia. Il tutto dovrebbe prevedere l’entrata in vigore del piano per i primi mesi del 2015 per, infine, poter ragionare su concessioni varie per l’estate prossima.
Al momento della prima fase di idealizzazione del progetto, erano circa 28 i Km di costa appartenenti al territorio leccese (Torre Veneri, Frigole, Montegrappa, Torre Chianca, Spiaggia Bella, Casalabate – Torre Rinalda, San Cataldo – Vernole, Bacino di Acquatina), da questi si è dovuto fare i conti con il passaggio di Casalabate ai Comuni di Squinzano e Trepuzzi. Allo stato attuale, quindi, Palazzo Carafa deve fare i conti con circa 22 Km di litoranea che diventano circa 19 se si toglie Torre Veneri, non concedibile a terzi per i suoi porti e zone militari presenti.
Di questi 19 Km, sono stimati in circa 5 quelli che sono a rischio erosione o con questo fenomeno già presente. Se, nei prossimi tre anni non verrà dimostrato un arresto certo dell’erosione, questo tratto di costa resterà inutilizzabile. Al netto di tutti questi “tagli”, quindi, sono circa 13,50 i Km che restano concedibili. Di questi ci sono due categorie di cui tener conto.
Per legge, infatti, il 60% è destinato a spiagge libere e servizi, mentre la restante parte (40%) può essere concessa per lidi e stabilimenti.
Questo 40% è stato quantificato in circa, quasi, 4 Km che potranno essere concessi non appena il piano costiero diventerà realtà. Su questi ultimi, però, almeno 1Km è a rischio erosione e ne lascia, quindi, circa 3 di concedibili a privati. L’assessore Martini, a margine della descrizione del Piano, ha specificato che, non appena la Regione approverà il progetto, si dovranno scegliere e valutare per bene quali siano le zone da poter dare in concessione, nel rispetto di alcuni parametri fondamentali (tra cui parcheggi, accessibilità e viabilità), cercando di garantire sempre una certa alternanza tra spiagge libere e private.
Si è espresso così l’assessore all’Urbanistica a proposito del Piano: “La parte più difficile è stata portata al termine, ora passeremo alla fase della progettazione che richiederà molto meno tempo rispetto alla fase che abbiamo appena concluso. Questo è un argomento di cui si parla molto nell’ultimo periodo, l’erosione e le varie concessioni che si possono fare rispetto alla legge Regionale, ma anche rispetto al pericolo crollo, effettivamente è un capitolo molto importante.
La nostra intenzione in questo momento è quella di sbrigarci al più presto possibile per poter poi passare alla fase della progettazione e dell’attuazione”.