Pista di Nardò i lavoratori alzano la voce:’Gli accordi si rispettano’

I lavoratori della pista di Nardò hanno tenuto stamattina una conferenza stampa in via XXV Luglio. Chiedono trasparenza e, soprattutto, il rispetto degli accordi.

Ritorna in tutta la sua drammaticità una vicenda ormai nota alle cronache locali, ma con ancora tanti aspetti che i lavoratori in oggetto vogliono chiarire. Dopo tantissimi tentativi di sanare la vicenda degli ex collaudatori della Pista di Nardò – attraverso incontri su incontri avvenuti nelle sedi istituzionali – ancora prospettive zero. La rabbia dei lavoratori è stata comunicata alla stampa, stamattina, durante una conferenza avvenuta in via XXV Luglio, nei pressi della villa comunale di Lecce. “Ancora una volta la Pista di Nardò si dimostra refrattaria ai diritti dei lavoratori – dichiara Salvatore Stasi di Confederazione Cobasma soprattutto agli accordi sottoscritti”.

Al di là di quel che pomposamente lo si vuol far apparire, ovvero una sorta di eden, c'è moltissima polvere sotto il tappetosostiene sempre Stasi. “Sentiamo l'obbligo come Cobas, insieme ai lavoratori in oggetto, di denunciare tutto ciò che in quel luogo accade”. Ciò non solo al fine di risolvere definitivamente la pluriennale vertenza, ma anche al fine di dare – in qualità di cittadini oltre che lavoratori – un respiro di trasparenza, pulizia e rispetto delle norme.

In quel luogo, infatti, sono stati investiti soldi pubblici, ovvero quasi nove milioni di euro. Bisogna andare indietro nel tempo di circa otto anni (nel 2007) quando un accordo con la Regione Puglia stabilì l’assunzione di personale. Poi nel 2009 i licenziamenti, finché, arrivando al 2012, sopraggiunge un altro accordo: i dipendenti avrebbero rinunciato alle cause giudiziarie pendenti in cambio del reintegro. Alcuni mediante l’interinale, altri grazie alla predisposizione di una nuova cooperativa.

Solo che nel primo caso, non s’è trattato di mansioni continue. Degli operai presenti alla conferenza stampa raccontano addirittura di contratti della durata di pochi giorni, salvo poi venire richiamati ‘a singhiozzo’. Gli altri, invece, a causa delle mancate commesse hanno dovuto ingoiare il rospo della cassa integrazione, che nel 2014 nemmeno è arrivata. L’appello di Stasi è rivolto, infine, al presidente Nichi Vendola, affinché gli accordi vengano rispettati una volta per tutte. 



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