Poggiardo, i tempi di chiusura dell’impianto di biostabilizzazione slittano

Il comune guidato da Giuseppe Colafati conferma la propria posizione alla luce dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale sull’impiantistica di Poggiardo

« Sarà respinto ogni eventuale tentativo teso solo a massimizzare il profitto industriale dei gestori degli impianti mortificando le comunità locali.» Si chiude così il comunicato stampa che arriva da palazzo di Città contro le decisioni prese martedì scorso in Via Capruzzi a Bari.
Se Corigliano ride, Poggiardo piange. Le sintesi sono rozze e per certi versi anche superficiali, perché non sempre tengono in dovuto conto la reale complessità delle questioni. Però hanno un grande merito: fotografano in una istantanea il presente e danno l’immagine nitida delle sensazioni che circolano. Brutte notizie, dunque per la collettività poggiardese, all’indomani della decisione del Consiglio Regionale della Puglia di approvare un ordine del giorno dell’Assessore all’Ambiente, l’ex magistrato Lorenzo Nicastro, che prevede il potenziamento dell’impianto di biostabilizzazione di Poggiardo.
Si prende atto con rammarico e amarezza – si legge in una nota che esce da Palazzo di Città – che la Regione Puglia non intende chiudere il suddetto impianto come richiesto dal Consiglio Comunale di Poggiardo nella seduta del 21.03.2014 nella quale, all’unanimità dei presenti, si è espresso sia contro qualsiasi ipotesi di trasformazione o conversione dell’attuale impianto di bio-stabilizzazione in impianto di compostaggio sia contro qualsiasi eventuale ipotesi di aumento della capacità ricettiva dell’impianto esistente.» 
In quella deliberazione del Consiglio comunale si chiedeva al Presidente della Regione, invece, la chiusura dell’ impianto di bio-stabilizzazione, ritenuto inutile alla luce del nuovo piano di gestione dei Rifiuti Solidi Urbani basato sull’incremento sostenuto della raccolta differenziata, non essendo posizionato quell’impianto a distanza di sicurezza dall’abitato e da strutture ricettive e scolastiche.
Chi vive a Poggiardo e Vaste conosce perfettamente quanto i cattivi odori che l’impianto emana nell’aria si abbattano sulla qualità della vita della gente. 
Non ci troviamo, in questo caso dinanzi al famoso NIMBY (acronimo inglese per Not In My Back Yard, letteralmente "Non nel mio cortile"), quell’atteggiamento che si riscontra nelle proteste contro opere di interesse pubblico che hanno, o si teme possano avere, effetti negativi sui territori in cui vengono costruite. Non siamo di fronte a quel modo di fare che riconosce come necessari, o comunque possibili, gli oggetti del contendere ma, contemporaneamente, non li vuole nel proprio territorio a causa delle eventuali controindicazioni sull'ambiente locale.
Il fatto è che la gente di Poggiardo pensa di aver già dato. « Alla luce di quanto sopra detto – continuano nella nota stampa – l’Amministrazione Comunale certa di interpretare la volontà della intera comunità che tanto ha già sopportato negli anni ribadisce con forza l’impegno a tutela della salute dei cittadini e che sul proprio territorio non saranno tollerati interventi sull’impiantistica che non vadano nella direzione di un reale azzeramento dell’impatto odorigeno fermo restando che la Regione deve garantire un costante e continuo controllo delle emissioni in atmosfera tramite Arpa Puglia.»
L’Amministrazione Comunale di Poggiardo, in buona sostanza non accetta quanto deciso in Via Capruzzi e va giù duro: «si respinge ogni eventuale tentativo teso solo a massimizzare il profitto industriale dei gestori degli impianti mortificando le comunità locali.».
La battaglia, insomma, è appena iniziata.