Nella lista avversaria troppi candidati delle Forze dell’Ordine. A Bagnolo, Leone punzecchia Chilla

Nel comune alle porte di Otranto monta la polemica, nella lista della vice di Sonia Mariano, sette candidati al Consiglio su dieci vengono dalle Forze dell’Ordine.

Se tra i 28 comuni salentini che andranno al voto il 26 maggio ci sono situazioni in cui non ci sarà alcuna competizione elettorale dal momento che a scendere in campo sarà solo e soltanto una lista, ci sono, invece, realtà in cui la battaglia sembra essere senza esclusione di colpi.

E se nel capoluogo ci si potevano aspettare asprezze di ogni tipo, così non si immaginava potesse accadere per un piccolo centro di 1.800 abitanti (di cui 1.400 iscritti nelle liste elettorali) quale Bagnolo del Salento.

Terminata l’era di Sonia Mariano, la comunità alle porte di Otranto, sarà chiamata a scegliere tra la sua vice nella precedente Giunta, Irene Chilla e il competitor, Gaetano Giovanni Leone, che guida la lista “La Bagnolo Migliore Cambia Verso”.

È proprio quest’ultimo a prendere carta e penna per lanciare una stoccata nei confronti degli avversari. Il motivo? Semplice!!! Lo lasciamo alle sue parole.

“Su dieci candidati al Consiglio è da non credere il fatto che ben sette provengano dalle Forze dell’Ordine: Polizia, Aeronautica, Esercito, Polizia penitenziaria. Difficile non pensare, come tutti sanno ma in pochi hanno il coraggio di dire, che queste candidature non nascano da spassionato amore per la politica, ma dalla possibilità di usufruire di una legge – a nostro avviso sbagliata – che consente agli eletti di avvicinarsi in caserme o istituti di pena nei pressi del territorio, lasciando, invece, la naturale sede di servizio oltre regione. Chiedo ai cittadini di prendere coscienza di questo grave fatto”.

Leone non affida solo alla nostra intervista queste dichiarazioni, ma le inserisce in premessa nel programma amministrativo depositato presso la Casa Comunale di Bagnolo, condendole, anche, con accuse ben più pesanti: “Noi abbiamo il coraggio di sfidare il clima di diffusa sudditanza che paralizza Bagnolo, impedendo la fisiologica alternanza democratica. La norma che andrebbe abolita che assicura ai consiglieri una sede di servizio vicina al comune in cui sono eletti e che motiva i diretti interessati e l’intero albero genealogico di ciascuno, può produrre pericolosi corto circuiti per una libera espressione democratica”.

Parole grosse, insomma, contro le quali non mancherà certo la replica della lista avversaria. La polemica elettorale si infiamma…