La Lupiae Servizi intralcia ancora il cammino di Carlo Salvemini, il centrodestra scrive al Prefetto

La nomina di Alfredo Pagliaro ad Amministratore Unico della Lupiae Servizi scatena il centrodestra contro Salvemini. Lettera al Prefetto Maria Teresa Cucinotta

Se errare è umano, perseverare è diabolico. Incredibile come proprio la Lupiae Servizi, che ha portato alla rottura della prima giunta a guida di Carlo Salvemini, si appresti a diventare il terreno minato per l’esordio del Salvemini – bis.

Dopo gli scontri sulla municipalizzata di città con i tre consiglieri di Prima Lecce – esponenti del centrodestra che fa capo a Roberto Marti che avevano sottoscritto un accordo di governo con il Sindaco – oggi la buccia di banana viene posizionata sul percorso amministrativo da un’altra forza di centrodestra, Puglia Popolare, passata nell’ultimo anno dalla parte del centrosinistra.

Tutto perché il Sindaco, con decreto n. 42 del 31.07.2019, ha scelto di nominare come Amministratore Unico della Lupiae Servizi un consigliere comunale proclamato dalla Commissione Provinciale in data 30 luglio, ovvero Alfredo Pagliaro di Puglia Popolare, con una prestigiosa esperienza di presidente dell’Assise Comunale quando militava nel centrodestra cittadino. Il quale Pagliaro, nell’accettazione della carica, ha dichiarato di non trovarsi in nessuna causa ostativa al momento della nomina.

Nomina che invece i consiglieri del centrodestra, con il sangue agli occhi (magari per loro se avessero affrontato la campagna elettorale con tale piglio..) avversano a tal punto da aver scritto al Prefetto di Lecce Maria Teresa Cucinotta, per chiederne l’annullamento ai sensi del decreto n. 39/ 2013, contenente “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell’articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190”, che all’art. 7 prevederebbe espressamente il divieto a coloro che nei due anni precedenti abbiano fatto parte di un consiglio comunale con popolazione superiore a 15.000 abitanti di assumere incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico.

Né varrebbero le eventuali dimissioni da consigliere del medico leccese: ‘Sembrerebbe che, immediatamente dopo la proclamazione e immediatamente prima dell’adozione del decreto di nomina – scrivono i consiglieri di opposizione –  Pagliaro abbia presentato le proprie dimissioni. È quasi inutile evidenziare che la presentazione delle dimissioni denuncia la assoluta consapevolezza che la proclamazione conferisce pienamente la funzione di consigliere comunale. Ciò che è più complicato comprendere è di quali elementi Pagliaro disponeva al momento in cui ha presentato le dimissioni? Appare singolare la presentazione delle dimissioni da una carica conquistata con fatica e in esito ad una difficile competizione elettorale esclusivamente per la mera aspettativa, perché certezze non potevano sussistere di una nomina futura ed eventuale, nomina poi avvenuta a poche ore dalle dimissioni’.

C’è anche chi obietta al centrodestra che la Commissione non avrebbe fornito ad oggi i dati sulla proclamazione degli eletti alla Prefettura e che quindi la manovra di Pagliaro avrebbe avuto i necessari spazi per essere condotta in porto. Verificheremo nelle prossime ore, quando chi sarà chiamato ad esprimersi, si esprimerà.

Insomma, di tutto Lecce aveva bisogno tranne che dello scoppio di una polemica che in sé e per sé sarebbe poca cosa se non attenesse alla guida di una società pubblica che negli ultimi anni ha rischiato troppe volte di fallire, mandando sul lastrico tante famiglie e necessitando di risorse, tolte ad altri settori altrettanto strategici, per continuare a tirare a campare.

Possibile che bisognasse finire in questo imbuto? Ma forse sono solo inutili preoccupazioni estive.