Progetto discarica nel Nord Salento, Guido: ‘Ci sono masserie, localizzazione non idonea’

Riunione presso il Comune di Surbo, ieri pomeriggio, per discutere sul progetto. Andrea Guido: ‘La localizzazione della discarica non sarebbe idonea perché ricade in un zona agricola’.

Si torna a discutere di uno degli argomenti a tema ambientale più importanti, ovvero quello del progetto discarica nel Nord Salento, proposto dall’Ati Geoambiente e Treio. Ieri pomeriggio, presso la sede del Comune di Surbo,  una riunione tra il primo cittadino, Fabio Vincenti, e l’Assessore alle politiche ambientali di Palazzo Carafa, Andrea Guido. Un incontro volto ad acquisire il punto di vista dei vari portatori d’interesse del mondo dell’imprenditoria della zona interessata. Ne è emerso che la realizzazione dell’impianto riporterebbe indietro di parecchi anni l’intera area. “Si tratta, infatti, di un territorio – dichiara Guido – già tormentato storicamente dal problema dei fumi di Cerano, dall’attività in passato di cave di estrazione e dalla presenza di altre strutture che si occupano di trattamento e di smaltimento di determinate tipologie di rifiuti speciali, e che, grazie anche al lavoro del GAL Valle della Cupa, è riuscito splendidamente in una riconversione in chiave turistica rivalutando i suoi insediamenti storici”. Parliamo di strutture ricettive bellissime e che producono ricchezza offrendo posti di lavoro nel pieno rispetto del paesaggio e dell’ambiente. Contribuendo, anzi, alla crescita, attraverso le proprie peculiarità agrituristiche, dell’intero Salento.

Masserie fortificate riportate agli antichi fasti che in molti casi hanno beneficiato di finanziamenti pubblici e che garantiscono posti di lavoro; una vera e propria ricchezza. “Parliamo di gente che in molti casi ha investito i risparmi di una vita per inseguire un sogno che è stato realizzato in completa armonia con la natura e il paesaggio”. Alla riunione c’era Mr. Robert Potter, proprietario e conduttore della bellissima Masseria Trapanà, ad esempio, australiano che ha deciso di giocarsi tutto su quella terra, sulla sua vocazione turistica e sulla sua bellezza. Emblema di come è percepita l’area anche fuori i confini nazionali. C’erano tanti imprenditori agricoli che tempo fa hanno scommesso sul biologico e che oggi finalmente stanno cominciando a raccogliere i frutti del loro coraggio e dei loro sforzi. “Cosa vogliamo fare? Vogliamo buttare tutto al vento?”, si domanda ancora Guido.

Anche perché, ipoteticamente parlando, se anche tutto l’impianto dovesse essere realizzato a regola d’arte, in ogni caso, “basterebbe la sola movimentazione dei materiali utilizzati per il riempimento di parte della cava presente a produrre effetti negativi sull’ambiente circostante e, soprattutto, sull’aria che si respira”, precisa ancora l’Assessore. Non solo difesa del paesaggio e della vocazione turistica di un’area, di salute. “Questo è il motivo per cui ritengo che impianti di questa portata debbano essere prerogativa esclusiva del Pubblico e che non si possano realizzare su iniziativa privata per prolungare lo sfruttamento di una terreno già oggetto di estrazione in passato”.

L’elenco CER, ovvero della tipologia dei rifiuti speciali che dovrebbero essere smaltiti nell’impianto che si vuole realizzare, inoltre, è così vasto (comprende anche acidi) e spazia così tanto, comprendendo anche diverse materie organiche, “che sarà impossibile non generare cattivi odori a lungo raggio tali da far scappare a gambe levate tutti i turisti e vanificare ogni sforzo compiuto finora”.

Oggi, in ogni caso – conclude Guido – la localizzazione della discarica non è idonea in quanto ricade in zona agricola (parco produttivo E1 e E4) e l’eventuale variante urbanistica sarà oggetto di provvedimento dell’intero Consiglio Comunale di Lecce. E questo almeno per ora, mi fa dormire ancora sonni tranquilli”.



In questo articolo: