Provincia di Lecce. Lasciano D’Antini e Rucco, entrano Brandi e Metrangolo

Le deleghe alle Pari Opportunità e all?Istruzione sono state consegnate e nella Giunta Gabellone subentrano Nunzia Brandi e Fernanda Metrangolo.

La scelta è fatta: le deleghe alle Pari Opportunità e all’Istruzione sono state consegnate e nella Giunta Gabellone subentrano Nunzia Brandi e Fernanda Metrangolo, la prima con delega ai Rapporti con le associazioni e “Cittadinanza Attiva”, la seconda alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità.

Il cambio dei nomi nella Giunta di Antonio Gabellone si vociferava da tempo ed ormai trova conferme. Già il PD nelle scorse ore ha gridato allo scandalo, definendo quanto stava avvenendo “un giro di poltrone che risponde esclusivamente a basse logiche di partito”. Un segnale di fallimento politico-amministrativo dell’ Amministrazione Gabellone, secondo l’opposizione di palazzo dei Celestini che scrive “la sostituzione di due Assessori dell’Esecutivo provinciale” non ha “una seria motivazione politica, se non l’inefficienza ed il disastro che hanno caratterizzato l’intero governo provinciale di cui il Presidente in prima persona dovrebbe assumersene la responsabilità. Il cambio di Assessori oltretutto avviene a soli quattro mesi dalla fine dell’attuale consiliatura, non avendo gli stessi neppure il tempo di guardarsi attorno”.

Dello stesso avviso il segretario regionale dei democratici, Sergio Blasi, che così si è espresso “con il rimpasto a tre mesi dall’abolizione delle Province il presidente Gabellone offre uno spettacolo indecoroso ai cittadini. Fuori da ogni logica di utilità per la comunità, l’istituzione che lui presiede viene piegata agli interessi di Forza Italia e della platea sempre più ristretta di sostenitori locali di Raffaele Fitto. Credo sia giusto denunciare questo scempio della sacralità delle istituzioni e dei soldi dei cittadini. Soldi che vengono usati per compensare a suon di cariche gli equilibri politici in disfacimento del partito fittiano del Salento”.

Riflessioni avvelenate quelle del centrosinistra a cui il numero uno dell’Ente risponde con una nota. “L’avvelenata lezione di moralità che si leva con parole tirate come le pietre dal consigliere regionale Sergio Blasi ha probabilmente sbagliato destinatario; credo infatti che parlando dei 2 subentri in Giunta Provinciale l’autorevole esponente del PD abbia voluto riferirsi, nelle sue dichiarazioni al vetriolo, alle amministrazioni provinciali a guida del centrosinistra da egli stesso sostenute negli anni precedenti al mio insediamento. I "valzer di poltrone" (CIT.) che suscitano lo sgomento di Blasi altro non sono che i 14 cambi di assessore (14…!) delle amministrazioni provinciali Ria e Pellegrino”.
Da qui la ricostruzione politica di Gabellone. “Facendo le proporzioni con il numero degli assessori presenti negli ultimi governi a guida PDS-DS-PD solo 1 ogni 2 (appena il 50%) è sopravvissuto alla tagliola dei rimpasti, delle rimodulazioni, degli allargamenti di maggioranza, delle fibrillazioni. 1 su 2 ha iniziato e chiuso il suo lavoro in Provincia regolarmente. 1 su 2 è stato rispedito a casa senza tanti complimenti, per far posto al “valzer delle poltrone” ricordato oggi da Blasi. In 5 anni di amministrazione provinciale ho il dovere istituzionale di ricordare a Blasi e all'opinione pubblica le modifiche alla mia squadra di governo: 2009 – 0; 2010 – 0; 2011 – 1 (Salvatore Perrone lascia per l’ingresso di Salvatore Polimeno, una staffetta stabilita ad inizio Legislatura in una lista civica collegata alla mia maggioranza); 2012 – 0; 2013 – 1 (Gianni Stefano diventa Sindaco di Casarano e lascia per non cumulare incarichi pur non incompatibili. Subentra Renato Stabile); 2014 – 2 (Filomena D’Antini Solero e Marcella Rucco lasciano per l’ingresso di Nunzia Brandi e Fernanda Metrangolo). Nella sostanza, freddi numeri alla mano, chiuderò la Legislatura con 0 cambi in Giunta per oltre metà mandato, il primo cambio dopo 2 anni e 7 mesi, divenuti 2 dopo 4 anni e 4 negli ultimi mesi”.

In ultimo il Presidente della Provincia spiega il perché della scelta che coinvolge Filomena D’Antini Solero e Marcella Rucco, una scelta “dettata – secondo Gabellone – esclusivamente dall’incertezza che grava sul futuro della Provincia e dalla prossima scadenza naturale della Legislatura: in ambiti così delicati e importanti della vita amministrativa sarebbe stato un errore lasciare il Salento e il territorio privo di riferimenti e di interlocutori istituzionali, sino a quando non sarà ben chiaro chi e che cosa subentrerà ai compiti e agli ambiti operativi delle province”



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