Pulizia nelle scuole, tornano a protestare i lavoratori

Il dimezzamento delle ore lavorative, l’annullamento del tavolo regionale, la legge di stabilità. Sono questi i motivi che portano i dipendenti scolastici che si occupano della pulizia nelle scuole a manifestare davanti al Provveditorato e poi in Prefettura.

La rabbia, l’esasperazione, la forza della disperazione. I lavoratori addetti alle pulizie nelle scuole, dopo la protesta che si è tenuta davanti la Prefettura mercoledì scorso 20 novembre, tornano a chiedere giustizia e si sono riuniti questa mattina per una protesta non programmata. Il luogo di ritrovo per scatenare la loro ira è stato individuato nell’Ufficio scolastico provinciale, in Via Cicolella.

Raggiunto il Provveditorato, i dipendenti scolastici hanno cercato di entrare ma il blocco delle Forze dell’Ordine, postosi come muro davanti ai cancelli d’entrata, lo ha impedito. Ciò, comunque, non ha fatto desistere i lavoratori dalle loro intenzioni e, a quel punto, si sono susseguiti alcuni momenti di tensione. Gli impiegati sono stati ricacciati indietro in un parapiglia generale che ha portato anche una donna a sentirsi male. L’allarme, però, è rientrato con l’immediato arrivo del 118 che ha soccorso la signora. Ma il sit-in di certo non è finito lì e la contestazione si è spostata sulla Statale che si trova alle spalle del Provveditorato dove, i manifestanti hanno bloccato per alcune ore il traffico. Più tardi il corteo si è trasferito verso la sede della Prefettura. Qui hanno chiesto, insieme ai sindacati, di essere ricevuti, ma i portoni sono stati trovati chiusi. Nelle prossime ore, comunque, ci dovrebbe essere la convocazione di una conferenza stampa in tale sede.

I motivi della protesta sono diversi. Partendo da quello originale per cui si è scesi in Piazza nelle settimane precedenti: il dimezzamento delle ore lavorative e del salario per tutti gli ottocento, fra lavoratrici e lavoratori, che nella sola provincia di Lecce attualmente percepiscono un salario di 800 euro e che con la decurtazione di oltre il 50% porterebbe le loro famiglie al di sotto della soglia di povertà. Il sit-in di mercoledì scorso aveva per lo meno portato alla convocazione di un tavolo tecnico in Regione programmato per venerdì 29 novembre e nel quale si sarebbe parlato di questa situazione. Ma, anche in questo caso, le aspettative dei lavoratori sono state disattese e la tanto propinata riunione è saltata per presunti impegni istituzionali.

Questa decisione proprio non è scesa giù e la collera ha varcato ogni limite possibile ed immaginabile soprattutto quando si è saputo che, anche il tavolo ministeriale previsto per oggi a Roma, è saltato. La legge di stabilità voluta dal Governo centrale e che dovrebbe essere approvata dal Parlamento in questi giorni, inoltre, non presenta alcun emendamento a favore degli addetti alle pulizie nelle scuole.

I lavoratori hanno stazionato, poi, davanti a palazzo dei Celestini in presidio permanente. Dal sindacato, arriva l'aggiornamento ed è notizia recente che il capo di gabinetto del Prefetto, dott. Aprea, si è recato davanti al presidio dei lavoratori per annunciare loro che il tavolo tecnico sarà riconvocato per il 6 dicembre prossimo. I lavoratori e i sindacati si dichiarano però insoddisfatti e ritengono troppo lontana la data proposta. Il presidio resta pertanto in piedi nei pressi di Palazzo dei Cestini.

Questa corposa serie di motivi è alla base del risentimento e del rancore dei dipendenti scolastici che, anche nella giornata odierna, sono affiancati dai sindacati Filcams Cgil Fisascat Cisl Uiltucs Uil. Domenica Amadeo, di Flicams Cgil, ha parlato per conto dei lavoratori e ha dichiarato: “La loro richiesta è che i parlamentari che sono stati eletti con i loro voti e, quindi, quelli che sono originari del nostro territorio vengano a parlarli e darli delle risposte. Se questo non accadrà saremo pronti a continuare ad oltranza con la protesta”.       



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