Rapporto università-imprese . I rettori italiani scrivono a Renzi

Roma. I rettori delle università italiane, in assemblea questa mattina nella capitale, scrivono a Renzi: ‘Quattro cose da fare subito’.

«Si è deciso di proporre un messaggio “telegrafico”», spiega il Rettore dell’Università del Salento Vincenzo Zara, «che esprimesse le esigenze più forti del sistema universitario e che avesse, nel contempo, una forte valenza “sociale”.

Dopo un’ampia discussione, i rettori delle università italiane, riuniti a Roma questa mattina in assemblea, hanno elaborato una nota destinata al nuovo premier incaricato Matteo Renzi.

Nel messggio, in particolare “si sottolinea l’importanza di garantire i soggetti più giovani e meno tutelati – prosegue Zara – affrontare alcune emergenze come l’ingessatura burocratico-amministrativa e creare le condizioni per un più favorevole rapporto fra università e imprese. Si spera  – conclude – che questi punti, pur nella loro stringatezza, servano a stimolare la giusta attenzione del nuovo governo verso il sistema universitario».

Di seguito, l’appello della Crui: “Gentile Presidente, mentre si accinge ad assumere un importante compito per il Paese, vogliamo segnalarle 4 azioni che a nostro avviso non sono più rinviabili e che costituiscono delle vere e proprie emergenze per l’Università italiana:

Negli ultimi 5 anni abbiamo perso 10.000 ricercatori; sono rimasti fuori dall’Università per il continuo blocco del turn over. Serve un Piano straordinario per i giovani migliori: diamo loro un’opportunità, altrimenti serviranno altri Paesi.

Il diritto allo studio è insufficiente. 1 giovane su 4 non può studiare all’Università per censo, anche se ne ha diritto. Non è giusto, occorre ripristinare il diritto allo studio previsto dalla Costituzione.

Il Paese non cresce se non si rafforza l’alleanza tra formazione e mondo del lavoro in tutte le aree. Servono politiche che attraverso azioni di defiscalizzazione incentivino un rapporto più stretto tra Università e Imprese.

Siamo travolti da un delirio normativo senza logica che impedisce ogni movimento e una nuova progettualità. Occorre semplificare e dare più libertà alle Università di competere, ovviamente nel rispetto rigoroso della sostenibilità finanziaria e della ricca e differenziata identità e pluralità scientifica e culturale degli Atenei del nostro Paese.

Presidente, queste sono le prime 4 priorità. Si è perso troppo tempo. Non ne resta più".



In questo articolo: