Reduci dalla campagna di Russia: quattro salentini nominati ‘Cavalieri’ della Repubblica

Onorificenze di ‘Cavaliere al Merito delle Repubblica Italiana’ ai salentini reduci dalla Campagna di Russia: Stamattina, in Provincia di Lecce, la cerimonia di consegna col Presidente Gabellone ed il Prefetto Giuliana Perrotta.

Un titolo che inorgoglisce non solo i diretti interessanti, bensì l’intero territorio italiano. E, ovviamente, anche salentino. Si è svolta questa mattina – presso la sala consiliare di Palazzo dei Celestini, a Lecce – la cerimonia ufficiale di consegna delle onorificenze di “Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana”, conferite dal già Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ai salentini reduci della campagna di Russia nella seconda guerra mondiale. “Premiamo oggi i cittadini che hanno dato tanto alla Patria”, ha dichiarato il Prefetto Perrotta, che prosegue: “Il riconoscimento del valore di queste persone è dato anche dall’aver ottenuto la massima onorificenza della Repubblica italiana. Proprio quest’anno, inoltre, ricorre il centenario della seconda guerra mondiale, per cui ricordiamo il valore e il sacrificio di chi vi ha partecipato. Abbiamo qui quattro ‘giovanotti’ – conclude – e questo è il momento in cui la comunità si stringe attorno alle figure migliori del proprio territorio”.

E questi giovanotti sono: Giovanni Cerfeda (Diso), Michele Nicolaci (Veglie), Rocco Orlando (Melissano) e Giovanni Politi (Campi Salentina) e ai familiari di Giuseppe Bruno e Vito Caputo, entrambi di Melissano, recentemente scomparsi. Nella sala consiliare gremita di partecipanti, erano presenti i sindaci di Melissano, Campi Salentina, Diso e il commissario prefettizio di Veglie, Comuni di appartenenza dei reduci, i rappresentanti dell’Associazione “Reduci di Guerra” di Veglie e dell’Associazione “Alpini” di Tuglie, alcune delegazioni di studenti del Liceo classico “Giuseppe Palmieri” di Lecce, della scuola media e del Consiglio comunale dei ragazzi di Melissano. 

Alla coinvolgente cerimonia hanno preso parte il già difensore civico della Provincia di Lecce, Giorgio De Giuseppe, con il difensore civico emerito dell’Ente, Giacinto Urso; alcuni rappresentanti delle autorità militari e delle forze dell’ordine del territorio provinciale; Antonio Del Vino dello Staff del presidente; il professore Mario Spedicato, ordinario di Storia all’Università del Salento e il professore Marcello Quaranta, autore del libro “Fronte russo. C’eravamo anche noi”, dalle cui pagine riemergono i volti e i nomi di ben duemila soldati salentini, che hanno vissuto quella tragica esperienza di guerra.

Il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone ha evidenziato: “Anche in questo momento di difficoltà e incertezza ho voluto che questa cerimonia si tenesse perché il riconoscimento ai nostri concittadini per i valori che hanno incarnato non può essere trascurato. Il Salento ha pagato il suo tributo: su 230mila soldati italiani ben duemila salentini hanno partecipato a quella dolorosa esperienza. Questi uomini sono protagonisti di storie e momenti indimenticabili che trasferiscono a noi insegnamenti valoriali eccezionali”. Al termine della cerimonia, infine, il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone ha consegnato le medaglie di riconoscimento al personale dell’Ente andato in pensione negli ultimi due anni.

Momenti di forte commozione vissuti da tutti al momento della consegna delle onorificenze. I reduci, accompagnati “simbolicamente” dal baby sindaco di Melissano e da alcuni bambini proprio per sottolineare il passaggio generazionale, hanno rievocato con parole toccanti la terribile esperienza della guerra e della prigionia, vissuta in Russia tra il 1942 e il 1943. A rendere ancora più coinvolgente la cerimonia sono state le suggestive immagini, proiettate in sala, di un documentario che ripercorre i momenti salienti di questa tragica pagina di storia del nostro Paese, e la lettura da parte di Gianluigi Lazzari, docente universitario, della poesia in vernacolo “Surdatu mortu alla Russia”, scritta da Nicola De Donno.



In questo articolo: