Riforma delle Camere di Commercio, Prete lancia l’allarme e fa appello ai parlamentari: ‘così rischiamo di scomparire’

Il Presidente della Camera di Commercio di Lecce, Alfredo Prete, convoca i parlamentari salentini per far loro un appello: ‘salvate l’istituzione dalla riforma del sistema camerale promossa dal Governo’. Secondo Prete, infatti, il nuovo sistema porterebbe alla chiusura dell’ente.

Fa appello ai parlamentari salentini Alfredo Prete, presidente della Camera di Commercio, che mette in guardia sulla nuova riforma del sistema camerale promossa dal Governo del premier Matteo Renzi. Una riforma che, a detta del numero di viale Gallipoli, mette a repentaglio la stessa esistenza dell’istituzione camerale, autentico punto di riferimento per le imprese del territorio.
 
Perché? Il motivo è presto spiegato. ‘Sulla scorta di quanto fatto con le Province – spiega Prete nel corso di una conferenza illustrativa della riforma tenutasi stamane – da Palazzo Chigi si è pensato bene di mettere mano anche alle Camere di Commercio. Chiarisco subito, per non essere frainteso, che le Camere non incidono sulle casse dello Stato, sostenendosi sono con i contributi che riceviamo dalle aziende. Anzi, a Roma noi paghiamo le nostre “tasse”, quelle del Taglio-Spese che, per la Camera di Commercio di Lecce ammontano circa a un milione di euro all’anno.
 
Renzi e i suoi Ministri però hanno deciso di rivedere tutto e, con lo slogan di “facciamo risparmiare le imprese” hanno pensato di tagliare il contributo che gli imprenditori devono versare ogni 12 mesi alla Camera. Con questa operazione, però, ogni Camera avrà delle ricadute pesanti: molte non riusciranno a sostenere neppure i costi fissi quali ad esempio gli stipendi dei dipendenti, rischiano la chiusura già nel 2017’.
 
Il taglio del contributo, nelle previsioni del Governo, doveva ridursi in tre anni, progressivamente, dal 35 al 50%. Oggi però l’idea è quella di abolirlo del tutto. ‘Si tratta di un taglio inutile – spiega ancora Alfredo Prete. Basti pensare che in Salento sono le micro e le piccole imprese a prevalere: sono questo tipo di aziende, le quali pagano sulla base del loro fatturato, che permettono alla Camera di Commercio di sopravvivere. Con il taglio del contributo queste imprese risparmieranno appena 20 euro annui: un cifra irrisoria per i singoli impresari, ma che diventa vitale per la Camera’.
 
Una possibilità di salvataggio, però, c’è. Sta negli emendamenti inseriti del testo riformatore dalle Commissioni Industria, Commercio e Turismo di Camera e Senato. Si tratta di alcuni commi che consentirebbero di esonerare le Camere di Commercio dal versamento del Taglio-Spese in favore dello Stato e di aumentare del 20% di contributo di diritto annuale richiesto alle imprese del territorio.
 
‘Queste misure – chiosa ancora il Presidente Prete – sarebbero vitali per noi per non diventare un mero ente anagrafico delle aziende. Faccio quindi appello a tutti i parlamentari salentini che oggi avevamo tutti invitato (erano presenti i soli Francesco Bruni e Roberto Marti, oltre all’Assessore comunale Luigi Coclite e a una delegata del Prefetto, ndr) a fare pressione in sede di discussione parlamentare su questi emendamenti. Rischiamo, altrimenti, di cancellare secoli di storia di una istituzione che è cresciuta, e ha fatto crescere, con interi territori’.
 
Non resta quindi che aspettare il prossimo 27 novembre, giorno in cui il Parlamento affronterà la questione. Sarà lì, che a suon di voti, si deciderà il futuro del sistema camerale italiano.



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