Rinunciare a curarsi: in Puglia succede a circa 69mila pensionati dal basso reddito

Stando ai dati cominucati da Vitantonio Taddeo, Segretario Generale FNP CISL Puglia-Basilicata, ‘In Puglia 69mila persone rinunciano a curarsi per le liste d’attesa troppo lunghe o perché le famiglie sono sotto la soglia di povertà’.

Il dato è allarmante. In Puglia 69mila persone rinunciano a curarsi perché le liste d’attesa risultano troppo lunghe e ben 22mila famiglie sono finite sotto la soglia della povertà perché costrette ad impegnare le poche risorse a disposizione per le spese sanitarie non coperte. “Purtroppo, una ulteriore conferma del disastro già ampiamente denunciato, ma che ha spesso trovato e trova tuttora l’assordante silenzio delle istituzioni” A sostenerlo con forza è Vitantonio Taddeo, Segretario Generale FNP CISL Puglia-Basilicata, in apertura della conferenza stampa che segue di pochi giorni la riunione del Comitato Esecutivo della Federazione Interregionale dei Pensionati CISL.
 
Indebitarsi per curarsi? Secondo il rapporto Censis, nel nostro paese sono 7,7 milioni le persone che in un anno lo avrebbero fatto, chiedendo un aiuto economico per pagare le cure. La spesa sanitaria pubblica, cresciuta dal 2007 al 2010 da 101,9 miliardi di euro a 112,8 miliardi, negli ultimi anni “ha registrato una inversione di tendenza, con una riduzione tra il 2010 e il 2014, attestandosi nell’ultimo anno a 110,3 miliardi”, spiega ancora Taddeo. La spesa sanitaria privata delle famiglie, invece, dal 2007 al 2014 è passata da 29,6 a 32,7 miliardi, raggiungendo il 22,8% della spesa sanitaria totale. In Puglia, la percentuale di pensionati a basso reddito che nell’ultimo anno ha dovuto rinunciare o rimandare prestazioni sanitarie è elevata e si attesta sul  45,7%. Anche l’andamento del Fondo nazionale per le politiche sociali testimonia il progressivo ridimensionamento dell’impegno pubblico, nonostante il parziale recupero degli ultimi tre anni: 1.565 milioni di euro nel 2007, 43,7 milioni nel 2012, 400 milioni nel 2015 (-74,4% nell’intero periodo). Un andamento simile riguarda anche il Fondo per la non autosufficienza.
 
L’esercito dei nonni – conclude Taddeo – è in aumento e il sistema sanitario pubblico non è pronto. Nel nostro paese una persona su cinque è anziana, fra 35 anni il 21% della popolazione sarà over 65. L’invecchiamento globale pone problemi di ordine sociale e sanitario”.
 
“Se generalmente gli anziani sono attivi nell’offrire aiuto prezioso a figli e nipoti, i sistemi sanitari nazionali non sono in grado di fronteggiare i molti malati cronici, occorre potenziare soprattutto la rete della medicina di famiglia e della continuità di cura”.