Riordino ospedaliero, ecco la mappa della discordia: chiudono nove centri in Puglia, nessuno a Lecce

Al termine dell’incontro in Commissione Sanità a Bari, il Presidente della Regione Puglia ha annunciato il nuovo piano del riordino ospedaliero. I pugliesi perderanno nove centri, ma nessuno verrà toccato in provincia di Lecce. A Brindisi un taglio del 50%.

Il piano del nuovo riordino ospedaliero è pronto. Oggi il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il direttore del Dipartimento promozione salute Giovanni Gorgoni hanno discusso la nuova mappa della sanità pugliese in Commissione Sanità alla Regione Puglia

Quaranta sono gli ospedali presenti nella regione del tacco d’Italia e di questi nove vedranno presto i lucchetti. A parità di posti letto e di costo, quindi, è stata annunciata la riduzione a trentuno presidi ospedalieri. Brindisi è la provincia maggiormente falcidiata dal piano e che, dunque, perderà il 50% dei suoi ospedali: da 6 si passa a 3. In provincia di Foggia ne sarà chiuso uno su cinque, nella Bat ne resteranno tre su cinque. Nella provincia del capoluogo Bari si perderanno due centri e di conseguenza ne rimarranno dieci. A Taranto, invece, da sei si passa a cinque. A salvarsi è la sola provincia di Lecce che, stringendo i denti, è riuscita a mantenere invariato il suo numero di sei nosocomi.

‘Abbiamo preferito garantire il massimo livello di condivisione su criteri e regole – ha detto il Governatore Emiliano – e così il prossimo 27 febbraio procederemo con la presentazione dettagliata del piano. Ci sono delle nuove norme imposte dal governo: gli ospedali che non riescono ad avere un’entrata superiore al costo di gestione rischiano la chiusura. ‘Il nuovo piano – conclude Emiliano – risponde a quanto ordinato da Roma e anche se queste direttive ci hanno portato, in alcuni casi, a drastiche decisioni, non ci sarà nessun impatto sul servizio ai cittadini: che questo sia chiaro. Razionalizzare significa migliorare il servizio, non peggiorarlo’.
 
‘Gli standard di riferimento – ha spiegato Giovanni Gorgoni – sono stati quelli forniti dal Governo  e sulla base di questi, con l'accorpamento delle strutture e senza diminuzione dei posti letto, siamo riusciti ad ottenere questo risultato. Ad oggi ci possiamo permettere 31 strutture, che riusciremo a presidiare con un organico efficiente. Altrimenti, con quaranta centri ospedalieri, questo non sarebbe possibile’.

'Abbiamo preso atto dei numeri e del quadro normativo di riferimento. In provincia di Lecce, a parte il Vito Fazzi che resta un Dea di II livello, avremo tre ospedali di primo livello (compreso Tricase) e tre di base'. A commentare così è Paolo Pellegrino, presidente del gruppo 'La Puglia con Emiliano'. 'Questa nuova distribuzione potrebbe essere accettata dai cittadini e dalle comunità a patto che non incida sulla rete delle emergenze e urgenze. Perché se al cittadino gli si può chiedere maggiore mobilità verso altre strutture per le attività programmate, lo stesso sacrificio non può essere accettato per le urgenze e le emergenze visto che i tempi di spostamento del 118 si dilaterebbero. E, come è noto, anche pochi e preziosi minuti fanno la differenza tra la vita e la morte'.

Dall'opposizione in Via Capruzzi, però, piovono critiche. 'Toccare la serenità di chi soffre e vive in una condizione di estrema fragilità, è un mattone sulla testa di chi dovrebbe agire con responsabilità e sensibilità politica', scrive Luigi Vitali, coordinatore regionale di Forza Italia. 'Non si tratta di fare demagogia sulla sofferenza – prosegue – ma accendere i fari su errori dalla portata mastodontica, come la chiusura del reparto di Nefrologia dell'ospedale di Francavilla Fontana. Emiliano sta per presentare un piano che dovrebbe coprire gli errori di Nichi Vendola. Ma l'alunno pare che stia superando il maestro! Il grido di dolore dei pazienti in dialisi, che subirebbero numerosi danni da una scelta simile, non può restare inascoltato. Si pensi alla paventata chiusura del nosocomio di Manfredonia, che metterebbe a serio rischio la vita delle persone. E allora – conclude Vitali- sentiamo davvero di lanciare un appello propositivo ad Emiliano, l'unico possibile a chi non vuole condividere le scelte con nessuno: si metta una mano sulla coscienza e tagli gli sprechi clientelari prima dei servizi essenziali ai cittadini'.

'Con un piano di riordino che è un capolavoro di presunzione, il governatore Emiliano sta finendo di distruggere la sanità pugliese già resa agonizzante da Vendola. Questo il primo commento che giunge dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle che proseguono: 'Il quadro che è emerso in commissione è di pressapochismo, paura di far sapere e fretta perché la conseguenza per la mancata approvazione del piano entro il 29 febbraio è il commissariamento della Sanità. Abbiamo appreso che saranno chiusi nove ospedali ma non ci è stato comunicato nè quali nè secondo quali criteri si siano prese tali decisioni. L’unico riferimento che ci è stato dato sono dei criteri economici, questo significa che nonostante gli errori del passato, si continuano a fare valutazioni partendo da dati contabili piuttosto che dal fabbisogno assistenziale del territorio. Questo piano avrebbe dovuto essere condiviso con tutto il Consiglio regionale come era stato in più occasioni richiesto da tanti consiglieri sia di maggioranza che di opposizione. E non dimostra nessuna stima dell’intelligenza dei pugliesi anche quando dichiara che “non ci sarà nessun impatto sul servizio ai cittadini” mentre presenta un piano che prevede la chiusura di 9 ospedali, in una regione in cui la sanità è già talmente a pezzi che chiunque sa quando entra in una struttura sanitaria pubblica ma non sa quando ne esce', concludono i grillini.



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