Nel Salento gli elettori cercano la stabilità amministrativa. A Otranto il caso del ‘ventennio familiare’

In attesa del secondo turno di Galatina, il voto amministrativo in provincia di Lecce si muove nel segno della continuità. Gli uscenti quasi mai bocciati

In controtendenza con il piano nazionale, a livello locale gli elettori sembrano preferire la continuità. Questo ovunque nel Salento (leggi tutti i risultati delle amministrative comune per comune), tranne pochissime eccezioni. Eclatante il caso di Melendugno, dove il segnale dato dai votanti è stato nettamente chiaro, la vittoria schiacciante di Cisternino contro l’erede di Potì è un tassello che brilla in un mosaico di segno contrario dove resiste ancora quel proverbiale ‘credito di governo’.

Vincono dappertutto gli uscenti o i loro delfini, e lo fanno in realtà dove si consacra il vincolo unitario tra comunità e sindaco, indipendentemente dai risultati ottenuti in termini tecnicamente amministrativi. Si punta sulla stabilità, sulla fiducia e quasi mai sul cambiamento, e molta della sana propaganda delle opposizioni si deve scontrare con una realtà ben diversa.

A Galatone, Ruffano, Salice, Castrignano De’ Greci, Matino, Ortelle, Leverano, Castro e Otranto si preferisce continuare con chi ha governato il paese negli ultimi anni. A Otranto si compie un processo storico che diventa un caso, la città e la famiglia che la governa raggiungono la quarta consiliatura consecutiva, con due fratelli che si succedono in un potenziale arco ventennale.

Da un lato, le scelte degli elettori salentini appaiono consolanti, perché stanno a significare che il rapporto tra cittadino e politica non è ancora del tutto incrinato e corroso, come purtroppo avviene in ambito nazionale, dove gli elettori, quei pochi ancora democraticamente motivati, arrancano, votando questo e quello nella speranza che qualcosa cambi, mentre la politica continua sempre e soltanto a deludere.



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