Salvemini pensa alle dimissioni, ma dopo il 9 gennaio: “nel frattempo avanti a testa alta”

In un lungo post sul suo profilo Facebook, il sindaco Carlo Salvemini ha spiegato come mai non ha rassegnato le dimissioni dopo il consiglio comunale di ieri.

Non poteva restare senza conseguenza quanto accaduto ieri in consiglio comunale, quando per la prima volta una delibera presentata dal Governo – la variazione generale di assestamento al bilancio di previsione 2018/2020 – è stata bocciata, grazie ai voti decisivi dei consiglieri di Prima Lecce, Antonio Finamore e Paola Gigante.

Dopo le parole pronunciate a caldo dal Sindaco Carlo Salvemini che aveva invitato “gli oppositori” a presentare una mozione di sfiducia in Aula o raccogliere le firme per “mandarlo a casa”, arriva una riflessione più ponderata sul “messaggio” arrivato come un fulmine a ciel sereno e che mette in dubbio il futuro della maggioranza a Palazzo Carafa.

«Un messaggio politico chiaro, inequivocabile, perentorio – scrive il primo cittadino sul suo profilo Facebook –  che ho la responsabilità ed il dovere di affrontare per ragioni di coerenza, serietà, dignità».

Se l’ipotesi dimissioni non sembrava essere stata contemplata, ora Salvemini mette i puntini sulle i.

«In condizioni diverse, dopo quanto accaduto ieri, avrei rassegnato le dimissioni, ma mi sento in dovere di onorare due impegni con la città: portare in aula la manovra di riequilibrio pluriennale e rinnovare le convenzioni con Lupiae. Dopo i quali traccerò una linea ed assumerò decisioni conseguenti». Insomma, nulla è escluso. Nel frattempo, fino al 9 gennaio 2019 continuerà a guidare la città: «a testa alta, con la schiena dritta», scrive.

Resta la provocazione lanciata ieri: «Chi ritiene che nei prossimi 40 giorni – aggiunge –  io sia di ostacolo alla gestione di questi difficili passaggi, o che sia causa della crisi finanziaria del comune e della Lupiae può (avendo dimostrato di avere i numeri) presentare subito una mozione di sfiducia da approvare in consiglio comunale. O se preferisce raccogliere le firme necessarie davanti ad un notaio e così dare coerente seguito al guanto di sfida lanciatomi ieri».



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