Non poteva restare senza conseguenza quanto accaduto ieri in consiglio comunale, quando per la prima volta una delibera presentata dal Governo – la variazione generale di assestamento al bilancio di previsione 2018/2020 – è stata bocciata, grazie ai voti decisivi dei consiglieri di Prima Lecce, Antonio Finamore e Paola Gigante.
Dopo le parole pronunciate a caldo dal Sindaco Carlo Salvemini che aveva invitato “gli oppositori” a presentare una mozione di sfiducia in Aula o raccogliere le firme per “mandarlo a casa”, arriva una riflessione più ponderata sul “messaggio” arrivato come un fulmine a ciel sereno e che mette in dubbio il futuro della maggioranza a Palazzo Carafa.
«Un messaggio politico chiaro, inequivocabile, perentorio – scrive il primo cittadino sul suo profilo Facebook – che ho la responsabilità ed il dovere di affrontare per ragioni di coerenza, serietà, dignità».
Se l’ipotesi dimissioni non sembrava essere stata contemplata, ora Salvemini mette i puntini sulle i.
«In condizioni diverse, dopo quanto accaduto ieri, avrei rassegnato le dimissioni, ma mi sento in dovere di onorare due impegni con la città: portare in aula la manovra di riequilibrio pluriennale e rinnovare le convenzioni con Lupiae. Dopo i quali traccerò una linea ed assumerò decisioni conseguenti». Insomma, nulla è escluso. Nel frattempo, fino al 9 gennaio 2019 continuerà a guidare la città: «a testa alta, con la schiena dritta», scrive.
Resta la provocazione lanciata ieri: «Chi ritiene che nei prossimi 40 giorni – aggiunge – io sia di ostacolo alla gestione di questi difficili passaggi, o che sia causa della crisi finanziaria del comune e della Lupiae può (avendo dimostrato di avere i numeri) presentare subito una mozione di sfiducia da approvare in consiglio comunale. O se preferisce raccogliere le firme necessarie davanti ad un notaio e così dare coerente seguito al guanto di sfida lanciatomi ieri».
