La campagna elettorale della Primarie di Dario Stefàno va sempre pià arricchendosi di spunti e contenuti programmatici. Oggi, in un incontro pubblico – moderato dal giornalista Luca Telese – tenutosi a Bari con Nichi Vendola e l’eurodeputata Pd Elena Gentile, l’argomento principale è stato quello della salute. “La Sanità – ha spiegato Stefàno – è il terreno principale su cui si misura la credibilità di una classe dirigente. Noi vogliamo oggi porre la massima attenzione alle criticità, se queste riguardano i diritti violati degli ammalati. Per questo dico che non dobbiamo tenere la politica fuori dalla sanità, ma dobbiamo portarla nelle corsie degli ospedali, nelle sale operatorie, nelle residenze socio-sanitarie, col solo obiettivo di servire gli interessi dei cittadini e non quelli di parte”.
“Sarebbe ingeneroso – ha evidenziato ancora Stefàno – se consegnassimo una lettura solo negativa di questo decennio: c’è una Sanità dell’eccellenza in Puglia che deve diventare modello diffuso, con reparti all'avanguardia, macchinari di ultima generazione e medici eccellenti”. Poi pone l’accento su quanto evidenziato dalla Corte dei Conti di Bari: “Nel primo triennio del piano di rientro (2010/2012), si è passati da un disavanzo di 332.000.000 ad un saldo attivo di 3.900.000. Si sono registrati significativi risultati positivi nei tempi di pagamento dei fornitori e nel punteggio attribuito in sede di valutazione dei Lea, passato da 77 a 140 nel 2012”.
“Ora dunque possiamo puntare sulla qualità in tutti i servizi, senza eccezioni. Correre come un treno verso un cambio radicale di cultura e ricordare che gli ospedali curano le malattie – ha proseguito – ma la salute si garantisce con una rete di servizi socio sanitari territoriali diffusi e con accordi con i Comuni sfruttando meglio i Piani sociali di zona. Fisso un obiettivo, che non è personale o di coalizione, ma di tutti i pugliesi: cinque anni per migliorare del 30% il punteggio ministeriale delle prestazione ospedaliere e fare della Puglia una regione d’eccellenza”.
Gli obiettivi risultano chiari, dunque: qualificazione dell’offerta e della prestazione. “Serve però un coraggio nuovo – precisa sempre Stefàno – in questi anni si è proceduto ad una organizzazione per dipartimenti, a cui ora dobbiamo affidare budget e obiettivi e chiedere conto dei risultati. Perché un livello di governance è molto più efficace se monitorata costantemente. Abbiamo avviato un’opera di infrastrutturazione tecnologica, abbiamo intrapreso la lotta al precariato, oggi chiediamo a questa struttura di accompagnarci nello sforzo di qualificazione degli ospedali e dei servizi territoriali. Abbiamo riqualificato la spesa, riducendo le aree di spreco, vogliamo fare ancora meglio: eliminare inefficienze che ancora esistono e recuperare risorse per i servizi di cura”.
Bisogna tener conto anche degli ostacoli: “Dobbiamo abbracciare un duplice impegno: da una parte pretendere con forza e determinazione, da Roma e dall’Europa, maggiore considerazione sui limiti e i vincoli di natura finanziaria che si frappongono ai nostri obiettivi; dall’altra però, la chiave per aprire la porta del cambiamento può venire solo da una straordinaria opera di corresponsabilità della gestione della cittadinanza”.
“Per cambiare le cose – ha concluso Stefàno – c’è bisogno di un lavoro comune, di una condivisione di obiettivi con medici, operatori, associazioni di volontariato, sindacati, senza il quale ogni nostro sforzo risulterebbe insufficiente. La Salute è un bene comune, ed insieme dobbiamo difenderlo e valorizzarlo”.