Arriva Natale anche a Palazzo Carafa e stamattina, tra uno scambio d'auguri e l'altro assieme ai giornalisti locali – come avviene di consueto ogni anno -, il sindaco di Lecce Paolo Perrone ha affrontato vari argomenti. Passati, presenti e futuri. Una notizia, però, è certa: l'attuale primo cittadino si candiderà al Consiglio Comunale nelle prossime amministrative 2017. "Ma sottolineo che non ho intenzione né di fare l'Assessore, né il vicesindaco". Al di là di questo annuncio, l'occasione è stata propizia per raccontare alcuni dettagli relativi al decennio trascorso governando il capoluogo salentino. "Se tornassi indietro e mi rivedessi nella tensione che vivevo il giorno in cui diventai sindaco, nonché le settimane a seguire nelle quali cominciavo a comprendere le enormi responsabilità davanti a me e delle montagne strordinarie che avrei dovuto scalare, sicuramente non ci sarebbe stato da scommettere un euro sui risultati ottenuti oggi. Il Comune di Lecce era tecnicamente fallito, ma al di là della gestione ordinaria esistevano situazioni che, se non avessero trovato soluzione, rischiavano di compremettere qualsiasi iniziativa di risanamento. Ecco perché attraversai difficoltà immani in quei primi mesi del mio mandato".
Poi confessa: "Più volte fui sul punto di gettare la spugna, di dire 'non ce la posso fare'. Però ci siamo messi a lavorare. Come? Con serietà e per il bene dei cittadini, pure davanti a scelte dolorose". "Abbiamo dovuto attraversare la peggior congiuntura economica che ha coinvolto il nostro Paese dal Dopoguerra in poi". "Eppure – prosegue -, vivere in una città, incluse le sue numerose contraddizioni, avente delle prospettive di crescita adesso appare possibile. A cominciare dal nostro centro storico, vivo e pulsante, dove abitano persone e che accoglie la parte commerciale della città. Pensiamo alla nightlife, al divertimento. Ciò ovviamente crea delle difficoltà che definisco 'crisi di successo'. Non esiste famiglia che non abbia un'attività collegata alla ricettività. Turismo, servizi e nuove tecnologie rappresentano i comparti trainanti. Se comparata alle altre piccole città del Mezzogiorno, a Lecce si intravede un orizzonte. Rimane però la questione di come possa confermarsi attrattiva. Molti 'talenti inespressi', tipo le Marine, non li abbiamo messi a frutto. E tanti aspetti bisogna ancora sistemare, si pensi ad esempio alla difficile convivenza tra movida e residenti".
"Ma chi mi sostituirà, statene certi, si troverà già risolta la questione dell'esistenza o meno di questo Ente. Cosa che io non avevo". "Il prossimo sindaco troverà una situazione economico-finanziaria in equilibrio ed un parco progetti che, se la Regione farà partire i bandi, ci permetteranno di dire la nostra. Siamo pronti in tutti i settori: innovazione, sviluppo locale, edilizia residenziale pubblica, ambiente ecc. Abbiamo il cassetto pieno. Speriamo che le procedure valorizzino chi è più bravo, perché possiamo confrontarci con chicchessia".
Capitolo futuro: non poteva mancare un accenno alla questione del candidato che verrà: "Stiamo giocando la partita della definizione delle nostre candidature. Mi auguro che il centrodestra sia unito. Non sono convinto che tutti gli attori stiano giocando per un unico obiettivo, cioè una coalizione unita, finalizzata alla vittoria. Però credo che alla fine si giungerà ad una sintesi ed il centrodestra arriverà compatto alle elezioni. Quali saranno i confini del centrodestra? Ancora non è dato saperlo, ma mi auguro che ci sia Forza Italia. Nel giro di qualche settimana tali aspetti saranno risolti". "Io ho fatto dei nomi – specifica – ma non possiamo rimanere inchiodati su una decisione da parte dei nostri colleghi possibili alleati. Io voglio sicuramente vincere, se c'è l'intesa sul nome bene, altrimenti saranno primarie".
Un accenno anche al rapporto con i media salentini: "Devo dire che la stampa mi ha aiutato. Il confronto mi è servito molto per guidare l'azione politica dell'Amministrazione. A Lecce, chi ha ascoltato i bisogni della città quando la maggioranza non era in grado di farlo, è stata proprio la stampa. Ci sta sottolineare più le mancanze di un'Amministrazione rispetto ai buoni risultati, tutto sommato fa parte del gioco. Questa dialettica ci ha però accompagnato e stimolato per aggiustare il tiro quando, forse, non era centrato giustamente. Perdonatemi se a volte posso sembrare un po' burbero. I miei detrattori lo considerano come il peggior difetto, mentre gli estimatori una qualità".
Cosa farà Paolo Perrone dopo aver fatto il Sindaco? "Non ho l'ansia di dover chiedere nulla alla politica. Se non dovesse offrirmi nulla o io non sarei in grado di cogliere ciò che la politica può offrire, comunque saprei cosa fare". "Un posto in Parlamento? Bisogna capire come funzionerà la Legge Elettorale e la collocazione nel centrodestra".
"Il mio rimpianto? Ce ne sarebbero diversi – conclude – ma se proprio dovessi elencarne uno, quello di non essere riuscito a realizzare un Festival del Folk. Un genere musicale radicato e col quale siamo cresciuti, tipico di Lecce e dei leccesi".
