Trevisi lascia i grillini e passa in Forza Italia. Siculella: ‘Il M5S è ormai un ufficio di collocamento’

Siculella: ‘A furia di dare la caccia ai duri e puri, i pentastellati sono diventati invertebrati e impuri. E si sorprendono anche’.

Tiene banco il passaggio del Senatore Tony Trevisi dal M5S a Forza Italia. Tra trasformismo e pragmatismo la linea di confine è sottile. Dipende tutto dalla posizione di chi osserva. Se appaiono pretestuose le critiche del consigliere regionale Cristian Casili proprio perché provengono da chi dopo aver criticato aspramente il Sistema Emiliano aveva accettato che il suo partito entrasse nell’ assise di governo barese (profetici erano apparsi i moniti della sua ex collega Antonella Laricchia) più strutturate sembrano essere le reprimende dell’ ex candidato a sindaco di Lecce Alberto Siculella, in rotta con i pentastellati dopo un passato di onorata militanza.

Trevisi ha addotto come causa del cambio di casacca la scarsa attenzione dei grillini ai suoi provvedimenti in maniera di energia, di cui detiene expertise professionale, a fronte della grande sensibilità dimostrata dal partito di Antonio Tajani, nella consapevolezza che si può incidere a favore dei cittadini stando più al governo del Paese che all’ opposizione, soprattutto se esercitata in maniera sterile.

Siculella, definendo il cambio di partito come ‘il travaso di Trevisi‘, non le manda a dire: ‘Il Movimento era nato per cambiare le regole del gioco non per giocare con le regole. Invece di lottare per una riforma elettorale con le preferenze, per inserire limitazioni di mandato, per introdurre regole trasparenti sulle lobby ed una legge seria e concreta sui conflitti di interessi, preferisce omologarsi a stili e modalità di una politica che andava combattuta, non emulata’.

L’affondo di Siculella

Alberto Siculella

‘Si sapeva perfettamente che Trevisi sarebbe, presto o tardi, passato in Forza Italia. Lo sapevano tutti, tranne quelle sagome che affollano le sale d’attesa della hall of fame del Movimento 5 Stelle. Era tutto scritto ma sempre taciuto. In silenzio appunto. Ma il silenzio è ormai la misura dello schianto del M5S sui concetti di trasparenza e partecipazione. Silenzio che perdura dopo due anni di guida Conte, che oggi ha bisogno di una costituente per fare ciò che poteva fare ma non ha mai fatto. Perché serve fumo negli occhi per dare il via libera al mandato a vita’.

L’immagine che Siculella dà dei pentastellati è quella di una classe politica guidata dal principio unico di sussistenza che si incardinerebbe nella cancellazione del divieto di militanza politica istituzionale per più di due mandati. La cancellazione di quel limite sarebbe l’unica stella polare del M5S che avrebbe così abdicato a tutte quelle battaglie che le avevano consegnato la fiducia di milioni di Italiani e per certi versi le chiavi della stanza dei bottoni del Paese.

‘Non sono bastate 7 sconfitte su 8 regioni. Neanche la bastonata europea. Che dire della scomparsa di metà dei consiglieri comunali. A Lecce in primis, dove per giochetti di potere si è scelto di fare tabula rasa grazie a quei fini strateghi dei nominati da Giuseppe Conte. Resta solo l’ipocrisia di chi, dopo aver preparato i bagagli per andare con i partiti con cui sta inciuciando da tempo, tra una salsa di pomodoro e una foto in vacanza, sostiene Giuseppe Conte e la sua costituente sperando nel superamento del limite dei due mandati, con cui potrebbero continuare a fare del Movimento il miglior centro di collocamento’.



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