“Undici mesi senza stipendio, ora basta!”. La frase, scritta a caratteri cubitali sullo striscione affisso all’entrata dell’Asilo Nido di Martano (Centro Educativo a indirizzo Montessoriano che accoglie bambini dai 3 mesi ai 3 anni, distinti in fasce d’età omogenee), esprime tutto il malcontento dei lavoratori. In particolare, di quei dipendenti che – nonostante i ritardi – durante tale periodo temporale hanno comunque continuato ad erogare impeccabilmente il servizio alla cittadinanza. Eppure, a fine mese, in qualche modo bisogna arrivarci. Esistono bollette da pagare, scadenze mensili e famiglie con spese a carico da sostenere.
Ecco perché il sindacato UGL, stamattina, è sceso al fianco di educatrici e ausiliari nel tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vicenda. «Chiediamo che vengano presi tutti i provvedimenti del caso – dichiara Maurizio Lezzi, segretario UGL, a LecceNews24.it – affinché i diretti interessati vengano retribuiti a dovere per la loro meritoria opera. Come UGL, ci siamo sentiti in dovere di sostenerli. Bisogna sottolineare, peraltro, l’encomiabile dedizione di queste persone. Cercheremo in tutti i modi, inoltre, di convocare un tavolo interistituzionale, così da affrontare la questione. E, soprattutto, tentare di ottenere delle risposte da CESFET Consorzio Europa, società gestore del servizio».
Accanto ai protagonisti del sit-in c’era pure il primo cittadino martanese, Fabio Tarantino. Il sindaco, sentito telefonicamente, ha voluto anzitutto esprimere la sua vicinanza partecipando alla manifestazione di protesta; e, inoltre, assicurare il proprio impegno:«Più volte si è cercato, insieme ai vertici di CESFET, di trovare un accordo. Nonostante garanzie e accordi di transazione, però, nulla sembra essere cambiato. Non posso che elogiare ancora una volta i lavoratori, i quali in questi undici mesi sono riusciti a mantenere qualitativamente alte le prestazioni». «La situazione ormai è arrivata al collasso – ha poi concluso Tarantino – e saremo accanto ai dipendenti finché non giungerà una soluzione». Ora non resta che attendere una risposta da parte del Consorzio. Sperando altresì che le parti possano trovare un punto d’incontro.