I lavoratori Lupiae incrociano le braccia, reclamano gli stipendi arretrati e risposte sul futuro

Tornano a protestare i lavoratori della Lupiae Servizi. Sit-in e corteo per chiedere il pagamento degli stipendi arretrati e garanzie sul futuro.

Si sono dati appuntamento ancora lì, ai piedi di Palazzo Carafa, i lavoratori della Lupiae Servizi, la società del Comune di Lecce costretta a fare i conti con una crisi finanziaria che dura ormai da troppi anni.

Autisti di scuolabus, addetti al verde pubblico, bidelli e custodi del cimitero (che hanno garantito i servizi essenziali) hanno deciso di incrociare le braccia per tutta la giornata. Reclamano gli stipendi arretrati, ma ancor più chiedono chiarezza, vogliono ricevere finalmente delle risposte sul loro futuro. Il primo cittadino, Carlo Salvemini ha dovuto spiegare che il Comune potrà procedere ai pagamenti solo dopo aver presentato il piano di ristrutturazione aziendale.

Dopo il sit-in, la ‘rabbia’ dei dipendenti – finiti anche nel mirino di alcuni cittadini che, forse, ancora non conoscono quanti  e quali servizi la Lupiae garantisce alla città – si è spostata sulle strade del capoluogo barocco. Il corteo, noncurante della pioggia, è terminato sotto la sede della società, ma dalla Presidente, Tatiana Turi, non sono arrivate quelle “rassicurazioni” chieste dal personale.

«La Lupiae è in difficoltà per il mancato rinnovo delle convenzioni, ma il vero problema – ha dichiarato –  è che la società non ha continuità aziendale. L’unica strada possibile per il management è stata quella di depositare, come ha fatto, un’istanza al Tribunale per l’accordo di ristrutturazione». E ci saranno 120 giorni di tempo per completarla. Di certo, il ‘problema’ non sarà risolto in tempi rapidi.

Il consiglio comunale

Di certo, il ‘problema’ non sarà risolto in tempi rapidi. Domani, intanto, è in calendario un Consiglio comunale monotematico, proprio sul caso della società partecipata, chiesto dall’opposizione insieme con alcuni rappresentanti della maggioranza.

Lo spettro del fallimento, almeno per il momento, sembra scongiurato. Al momento la volontà è quella di salvare i posti di lavoro passando al contratto multiservizi (contestualmente alla procedura di concordato preventivo) che comporterebbe, però, un taglio netto in busta paga e l’eliminazione della quattordicesima. “Sacrifici” difficili da chiedere a chi, in questi anni, ha già rinunciato a tanto.



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